Primo incontro pubblico del movimento lanciato da Daniele Perini. Ospite il filosofo bolognese
«Noi Sardoni – è il manifesto del gruppo – ci presentiamo sulla scena della democrazia attiva come un caso paradossale di genitori e nonni adottati dai figli. Il loro esempio nelle piazze d’Italia ci ha rianimati. In una epoca di aumento dell’età media, questa conquista richiede una nuova funzione di responsabilità che la qualifichi come cittadinanza ancora attiva.
Il diritto al riposo dal lavoro non è in conflitto con il volere e potere contribuire al miglioramento del benessere della società. Nelle piazze le sardine hanno detto e ridetto che la Politica, la sua nobiltà ed efficacia, ha bisogno di tutti, giovani e vecchi. Noi Sardoni vogliamo arruolarci in questo movimento/esperimento e da oggi metteremo la nostra esperienza antica al servizio di nuove esperienze politiche, nel tentativo di migliorare il livello di civiltà e giustizia del nostro Paese».
Alla sala Buzzi alcune decine di Sardoni hanno partecipato alla prima riunione, arrivati anche da fuori Ravenna, con l’intenzione di scendere in campo e partecipare attivamente alla vita politica del Paese.