“Mani fiorite” esce dalla gestione diretta di Palazzo Merlato e diventa polo 0-6 anni ma il sindacato non apprezza e raccoglie firme: «Se è questione economica allora vanno messi in discussione anche i fondi alle paritarie»
Attraverso la raccolta firme, la cui proposta è emersa nel corso di assemblee organizzate con il personale dei nidi e delle scuole dell’infanzia comunali, la sigla di categoria chiede un accordo che stabilisca quante scuole e quanti nidi sono e resteranno a gestione diretta pubblica; l’individuazione di tempi e modi per i percorsi di statizzazione delle scuole dell’infanzia; un percorso in cui si progettino e si costruiscano le tutele per tutte le lavoratrici coinvolte; il pieno e totale coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori nelle scelte del Comune sull’organizzazione dei servizi. La Fp-Cgil chiede inoltre che il Comune garantisca di mantenere l’attuale livello di gestione diretta e che si impegni ad aumentare le sezioni di nido e/o materna gestite direttamente proporzionalmente, alle nuove aperture di sezioni e/o plessi.
«La sostenibilità economica e la dimensione della gestione diretta sono aspetti importanti per la programmazione futura – si legge in un comunicato della Fp-Cgil di cui Lisa Dradi è responsabile provinciale – ma non possono e non devono essere motivo sufficiente per esternalizzazioni dei servizi, che abbiano come unica finalità quella di produrre un risparmio per il Comune». Il sindacato afferma che non esistono ostacoli organizzativi che impediscano la gestione della nuova sezione di nido e delle due sezione di scuola dell’infanzia con personale dipendente. «Se è solo una questione economica, di mero risparmio e non di visione complessiva dei servizi educativi 0/6 di questa città, allora chiediamo di mettere in questa discussione anche i fondi destinati alle scuole private paritarie, alle quali l’amministrazione elargisce cospicui finanziamenti pubblici».
Dal 2015 al 2021, fa sapere Cgil, le sezioni di scuole dell’infanzia gestite direttamente sono diminuite, così come in precedenza le sezioni dei nidi, anche per effetto degli andamenti demografici. «Ulteriori assestamenti devono essere il frutto di una condivisione complessiva del progetto che il Comune intende attuare sui servizi 0-6, con un confronto che sia preventivo e finalizzato a garantire oltre alla qualità del servizio per i bambini e le bambine, i diritti e le condizioni delle lavoratrici tutte: pubbliche, del terzo settore e private».