Il professor Marchi spiega il semipresidenzialismo francese in un incontro pubblico

Appuntamento alla biblioteca “Oriani” con il docente di Storia che è autore di un libro dedicato allo scenario della Quinta Repubblica francese, spesso citato nel dibattito sulle riforme in Italia. Dialogo con il sindaco, una giornalista de “Il Foglio” e il presidente della fondazione Oriani

Giorgia Meloni e Emmanuel Macron

Giorgia Meloni e Emmanuel Macron (foto dal profilo Fb del presidente francese)

Si discute di semipresidenzialismo francese in un incontro aperto al pubblico alla biblioteca di storia contemporanea “Oriani” di Ravenna in via Ricci. L’appuntamento è alle 17 del 15 dicembre nella sala Spadolini con la presentazione del libro “Presidenzialismo a metà. Modello francese, passione italiana” (il Mulino 2023) di Michele Marchi, professore associato al dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna e coordinatore della laurea triennale in “Storia,  società e culture del Mediterraneo” a Ravenna. L’autore dialogherà con il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, la giornalista Marina Valensise de “Il Foglio” e il professore Sandro Rogari, presidente della fondazione Casa di Oriani.

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Michele Marchi è il coordinatore del corso di laurea triennale in “Società e culture del Mediterraneo” avviato nel 2020 dal dipartimento di Beni culturali dell’Università di Bologna al campus di Ravenna

Il volume di Marchi cerca di chiarire vizi e virtù del modello semipresidenziale francese, riflettendo su tre grandi punti. Il primo è quello più semplice ed immediato: proporre modelli necessita un’approfondita conoscenza degli stessi, impossibile da ottenere se non se ne interroga l’evoluzione storico-politica. In secondo luogo, il libro vuole indagare il carattere “ibrido” del modello francese, né compiutamente presidenziale, né tanto meno parlamentare, ma dominato dalla compresenza di caratteristiche del primo e del secondo modello istituzionale. Il terzo obiettivo è quello di mettere in dubbio la nozione stessa di “modello”, cercando di spiegare come la migliore caratteristica del semipresidenzialismo della Quinta Repubblica francese sia proprio la sua plasticità, cioè la sua capacità di adattamento alle differenti evoluzioni del quadro politico, che lo fa essere quasi un “non modello”.

Su quest’ultimo punto si inserisce la riflessione conclusiva del volume. Infatti, nel momento in cui questo “non modello” è snaturato dal punto di vista costituzionale (con la riduzione del mandato presidenziale da sette a cinque anni) e dal momento che le culture politiche che ne hanno fatto la fortuna (la socialista e la gollista) sono entrate in drammatica crisi, a vacillare è l’intero edificio semipresidenziale.

«Tutto ciò – si legge nel comunicato stampa divulgato dagli organizzatori – dovrebbe da un lato far riflettere il legislatore italiano sia sulla presunta esportabilità dei modelli, sia sul tentativo di proporre strani ibridi, peraltro in un contesto, come quello dell’Italia della cosiddetta “seconda Repubblica” che vive da inizio anni Novanta in una sorta di “semipresidenzialismo di fatto”».

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