È molto ampia la coalizione di centrosinistra riunita sotto al nome di Mattia Missiroli per conservare il governo della città di Cervia dopo il primo mandato di Massimo Medri.
Il 43enne architetto, socio di uno studio di architettura (che qualcuno ricorderà per la partecipazione al reality “Campioni” su Mediaset vent’anni fa), è appoggiato da sei liste. C’è quella del Pd, poi Alleanza Verdi Sinistra, il Partito repubblicano, il Movimento 5 stelle e le due realtà più civiche: quella che porta il nome del candidato e quella chiamata semplicemente lista civica per Cervia. La novità principale rispetto al 2019 è sicuramente l’ampliamento verso i grillini che invece andarono da soli con Pierre Bonaretti (11,1 percento).
La psicoterapeuta Elena Alessandrini è capolista di Avs. Samanta Farabegoli per la lista civica Missiroli. Gabriele Armuzzi, attuale vicesindaco, è il primo nome dell’Edera. Achille Abbondanza capolista dem: il 52enne è affetto da fibrosi polmonare idiopatica (Ipf) ed è il vicepresidente della Federazione Italia Ipf e Malattie Rare Polmonari, da anni è impegnato nel sociale attraverso iniziative pubbliche e sportive per sensibilizzare la cittadinanza sui temi della salute (con i dem è candidata anche l’assessora uscente Michela Brunelli). Il segretario comunale dei Cinque stelle, Davide Grossi, è al primo posto della lista dei grillini. E Gianni Grandu, presidente del consiglio comunale, si presenta per la Lista civica per Cervia.
Ha suscitato qualche polemica la candidatura Pd di Daniela Poggiali, 64enne pensionata (ex dirigente dei Comuni di Cervia e Ravenna) e amministratore unico di Asp Santa Sofia: a Cervia è candidata con i dem, a Forlì invece con una lista composta da Azione e Italia Viva.
Questa intervista fa parte delle nove rivolte ai candidati sindaci dei tre comuni sopra i 15mila abitanti che si preparano per le amministrative dell’8 e 9 giugno (Lugo, Cervia, Bagnacavallo). Le domande sono uguali per tutti e i vari candidati hanno preferito rispondere per iscritto. Nel Cervese, Missiroli sfida la coalizione di centrodestra, che schiera il candidato Massimo Mazzolani.
Data e luogo di nascita «Forlì, 28 aprile 1981, ma residente a Cervia».
Titolo di studio: «Laurea specialistica in Architettura ed Ingegneria Edile 4/S Vecchio Ordinamento».
Lavoro: «Architetto e imprenditore».
Reddito dichiarato nel 2023: «Circa 51mila euro».
Auto: «La sto vendendo. Ho due Vespe».
Hobby: «Giocare a calcio, suonare la chitarra».
Orientamento religioso: «Cattolico».
Da quanto si occupa di politica, quali tessere ha avuto e ha attualmente? Quali incarichi ha ricoperto in passato e per quali partiti?
«La politica è una passione che ho fin da giovane, sono partito dal circolo di Castiglione, poi una esperienza in consiglio provinciale e nel consiglio di zona. Sono da sempre del Partito Democratico, prima Ds, su questo voglio essere trasparente, a differenza del mio avversario che da esponente storico della destra da oltre trent’anni, oggi si presenta come civico. Credo serva coerenza e trasparenza verso i nostri concittadini, poi sappiamo che a livello locale le ideologie sono certamente meno determinanti rispetto al piano nazionale e se sarò eletto, sarò il sindaco di tutti, a prescindere dallo schieramento».
Se viene eletto, tra cinque anni cosa ci sarà a Cervia che non c’è ora?
«Sicuramente un nuovo porto e un rinnovato lungomare a Cervia. Certamente un nuovo elemento attrattivo culturale a Milano Marittima: questi e tanti altri obiettivi saranno raggiunti grazie ad una squadra forte che unisce giovani e personalità esperte. Confidiamo nella fiducia dei cervesi».
Alluvione: ci sono state responsabilità degli amministratori locali? Da sindaco come favorirà la ricostruzione e come cercherà di evitare che possa succedere di nuovo?
«È stato un evento di portata storica, “sono piovute 11 dighe di Ridracoli” in pochi giorni, facendo esondare 3 fiumi contemporaneamente, 80mila frane nelle nostre colline, non mi sento certo di dare responsabilità agli amministratori locali, a prescindere dal colore politico. Serve un grande piano per adattarci ai cambiamenti climatici mettendo in sicurezza maggiore il territorio, partendo dalle nostre colline: se sarò sindaco con i miei colleghi limitrofi, Regione e struttura commissariale, faremo squadra per elaborare ed attuare i piani speciali per le necessarie opere strutturali comuni».
Post-alluvione a parte, qual è la prima emergenza di cui crede ci si debba occupare?
«Migliorare la cura e manutenzione delle strade e marciapiedi, ritornare con le presenze turistiche a livelli pre 2019, affrontare il tema casa per i giovani».
Qual è l’eccellenza che ancora non è stata abbastanza valorizzata?
«È stato fatto un grande lavoro con la società parco delle saline ed ora con la concessione definitiva direi sicuramente il comparto Saline. Vedo qui un immenso potenziale per lo sviluppo del turismo ambientale ed esperienziale, tramite il collegamento lungo la via d’acqua al centro storico, unendo le due anime della città, il mare ed il sale. È davvero un luogo magico ed unico».
Il peggior errore di chi l’ha preceduta e il maggior merito che gli riconosce?
«Gli ultimi 5 sono stati anni davvero difficili, certamente i più complessi dal dopoguerra, viste le concomitanze nei cinque anni di eventi catastrofici di immensa portata per tutti, soprattutto per il nostro piccolo comune. Il merito che riconosco a Massimo (Medri, ndr) è certamente quello di aver tenuto coesa la nostra comunità in anni davvero complessi, che ora però ci obbligano a guardare al futuro con una rinnovata energia e visione a lungo termine».
La data più importante da festeggiare del calendario civile italiano?
«Senza dubbio il 25 aprile. È una festa di tutti, dei nostri nonni che hanno sacrificato la vita ed i loro anni migliori per un futuro libero dalle dittature e dalle guerre. Il messaggio che questa festa porta con sé, è di rinnovata attualità. Solo guardando a quel passato e salvaguardando i principi costituzionali possiamo traguardare ad una Europa unita lontana dalle guerre. Lo dobbiamo ai nostri figli».
Toponomastica: quale via o piazza manca nella sua città? A chi vorrebbe dedicarne una?
«Nel 2024 si raggiungono i 10 anni dalla scomparsa di un grande sindaco della nostra città: Ivo Rosetti e a lui vorrei intitolare un luogo simbolico. Se la nostra città è così verde e bella, molto è merito suo. Un sindaco che da muratore ha realizzato uno dei piani urbanistici più all’avanguardia del Paese, tutelando l’ambiente senza rinunciare al grande sviluppo turistico. Ha realizzato uno dei primi depuratori e partecipato attivamente al consorzio per la costruzione della diga di Ridracoli, per combattere la crisi idrica che gravava sulla Romagna. Davvero un grande cervese».
Cosa voterà alle Europee? E chi ha votato alle ultime Politiche?
«Certamente il Pd e Bonaccini. Ha fatto davvero tanto per la nostra città e per la nostra regione. Portare questa qualità amministrativa e la innata forza innovativa della nostra terra, non potrà che essere di aiuto per la crescita collettiva. L’Emilia Romagna può essere un esempio virtuoso di sviluppo, tradizione e resilienza ai problemi: non dovremmo mai scordarlo».