domenica
17 Agosto 2025
post elezioni

Rolando: «Morrone ha affossato la Lega. Il simbolo a un 85enne democristiano»

L'ex capogruppo attacca il segretario romagnolo: «Ha decapitato il partito dentro e fuori il consiglio»

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Rolando

«L’ultimo capogruppo leghista di Ravenna», come si firma, era stato suo malgrado grande protagonista della campagna elettorale, qualche mese fa, approfittando di un (lungo) momento di impasse nell’opposizione per lanciare la candidatura di Veronica Verlicchi per il centrodestra. La reazione del segretario romagnolo del suo partito, Jacopo Morrone, fu quella di proporre invece l’ex democristiano Alvaro Ancisi alla guida di una lista unica che di fatto ha visto la Lega fondersi con la storica Lista per Ravenna (e il Popolo della Famiglia). Il capogruppo uscente del Carroccio, Gianfilippo Nicola Rolando, decise quindi di non partecipare alla contesa elettorale, rompendo ora il silenzio, risultati alla mano.

«Come previsto – si legge in una nota inviata alla stampa da Rolando -, il centrosinistra vince al primo turno con un ampio margine, favorito da un centrodestra diviso, privo di un candidato unitario e incapace di proporre un progetto credibile. L’affluenza sotto il 50% conferma la disillusione generale e l’assenza di reali proposte forti in campo. I dati sono eloquenti: Fratelli d’Italia passa dall’8,8% del 2021 al 16% di oggi, mentre la Lega crolla dall’8,3% al 5,59%, inglobando anche il progetto Ancisi, che nel 2021 prese da solo il 5%. Un netto ridimensionamento che dimostra il fallimento della linea imposta da Jacopo Morrone, responsabile di aver nel tempo allontanato la base ed ingannato quella rimasta, affossando la rappresentanza leghista in consiglio comunale».

«Bocciato dagli elettori – continua Rolando -, Morrone è riuscito nell’unico obiettivo concreto: aiutare Ancisi a riconfermarsi e tenere fuori i candidati leghisti, molti dei quali militanti da anni nel territorio. Secondo aspetto tragicomico: il simbolo della Lega verrà usato per tutto il prossimo mandato da un 85enne democristiano, anni luce dalle linee politiche del partito. In sostanza, un piano perfettamente architettato per decapitare la Lega dentro e fuori dal Consiglio. È la prima volta che Matteo Salvini, da segretario federale, non scende a Ravenna per chiudere la campagna elettorale; stessa cosa per Vannacci. Segnali chiari: anche i vertici nazionali si sono tenuti lontani da un progetto senza visione e senza futuro. Chi ha causato questo fallimento dovrà assumersi ogni responsabilità politica».

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