È stata ufficialmente depositata la petizione promossa da Veronica Verlicchi, capogruppo della lista civia La Pigna in consiglio comunale, per chiedere l’attivazione del progetto “Strade Sicure” a Ravenna. La raccolta firme, avviata il 10 luglio e conclusa a metà settembre, ha ottenuto l’adesione di 1.820 cittadini. L’obiettivo della lista di opposizione è portare in città un presidio dell’esercito a supporto delle forze dell’ordine, in risposta a un quadro della sicurezza urbana giudicato preoccupante. «Non chiediamo di militarizzare Ravenna, ma semplicemente di attivare un presidio a supporto della sicurezza – afferma Verlicchi in conferenza stampa -. Esistono già precedenti in molte città italiane. Le condizioni per farlo ci sono tutte, manca solo la volontà politica».
Verlicchi ha sottolineato che la situazione sul territorio non sarebbe affatto tranquilla: «Gli episodi di violenza e degrado continuano a verificarsi e, anche se non sempre raggiungono l’attenzione dei media, restano una realtà vissuta quotidianamente da molti cittadini». Particolare attenzione è dedicata alla zona dell’Isola di San Giovanni (giardini Speyer e dintorni). Proprio lì, secondo i piani comunali, dovrà sorgere il nuovo studentato universitario: «I cittadini hanno il diritto di sapere che gli studenti saranno collocati in una zona sicura. Anche per questo chiediamo un presidio visibile e stabile sul territorio».
Il primo firmatario della petizione è Francesco Patrizi, con un passato in Lista per Ravenna e poi nella stessa Pigna, il cui figlio come noto è stato accoltellato la scorsa estate, con polemiche conseguenti con tanto di un’iniziativa per la sicurezza agli Speyer: «Mio figlio ha rischiato la vita – ha raccontato Patrizi in conferenza – e purtroppo la nostra famiglia è diventata simbolo di ciò che può accadere oggi a Ravenna. Non vogliamo che altri vivano ciò che abbiamo vissuto noi. Lo Stato deve garantire sicurezza se pretende legalità dai cittadini. L’immigrazione fuori controllo e la mancanza di un presidio militare creano un clima pericoloso. Chiediamo una presenza dell’esercito, che abbia un effetto deterrente e di prevenzione verso i crimini».
Verlicchi ha ricordato come la questione sicurezza sia al centro dell’attività politica de La Pigna da anni e punta il dito contro l’amministrazione Barattoni: «Sono dieci anni che proponiamo pacchetti per la sicurezza urbana, ma la nostra voce è rimasta spesso inascoltata. Dispiace notare che tuttora manifestazioni pacifiche a sostegno della legalità e delle forze dell’ordine non ricevano nemmeno una parola di rispetto da parte del sindaco, mentre altre proteste, anche ideologiche, ottengono ampio sostegno istituzionale».
Martedì prossimo il Consiglio comunale di Ravenna sarà chiamato a votare su una mozione riguardante la gestione degli sbarchi nel porto cittadino. Veronica Verlicchi ha anticipato che, sul tema, potrebbe esserci un’apertura da parte della maggioranza: «Se si trova una quadra – ha dichiarato – è possibile un voto coerente anche da parte del centrosinistra. Sono necessarie limitazioni per non far sì che Ravenna continui a essere l’unico porto di approdo italiano senza una gestione strutturata degli arrivi».
Alla domanda sull’ampia manifestazione pro Gaza che si è svolta a Ravenna, così come in altre città italiane, Verlicchi ha mosso critiche: «Queste iniziative finiscono spesso per diventare uno strumento di strumentalizzazione politica, perdendo il loro reale valore pacifista. Comprendo la gravità della situazione in Palestina, ma non ritengo che bloccare le attività in Italia possa portare benefici concreti al popolo palestinese. Condanno ogni forma di violenza e ritengo che la gestione del conflitto debba restare in mano alla diplomazia internazionale».