Forza Italia chiede una svolta al porto e in particolare per il futuro di Sapir, la storica società a controllo pubblico fondata nel 1957 che ha contribuito alla nascita del porto commerciale di Ravenna. Il capogruppo Alberto Ancarani ha presentato alla stampa una mozione da presentare in consiglio comunale che mira a separare le attività: da un lato una società a capitale pubblico dedicata alla gestione immobiliare, dall’altro una realtà interamente privata per la parte terminalistica.
La proposta nasce dal timore di sanzioni da parte della Corte dei Conti e dal richiamo alla legge Madia, che vieta agli enti locali di detenere quote in società commerciali non strettamente legate a funzioni istituzionali. Una recente sentenza del Consiglio di Stato, citata da Ancarani, ha ribadito che il controllo pubblico si configura anche quando le quote sono frammentate, purché la maggioranza resti in mano agli enti. È il caso di Sapir, dove il 52% è detenuto da soggetti pubblici, tra cui Ravenna Holding, la Camera di commercio di Ferrara Ravenna e la Regione Emilia-Romagna.
Secondo Forza Italia, la gestione immobiliare è quella che garantisce i margini positivi nei bilanci, mentre la parte terminalistica rischia di trasformarsi in una concorrenza “impropria” al settore privato. Da qui l’invito a scindere le attività e a cedere ai privati anche i terreni su cui sorge il terminal.
Del progetto di scissione tra le due attività, peraltro, si parla da anni. Qui ne chiedevamo conto al presidente Sabadini, nell’ormai lontano 2017…



