Nel carcere di Ravenna manca il 40 percento del personale previsto. Lo si apprende da una nota inviata alla stampa da Ouidad Bakkali, deputata ravennate del Pd, che è entrata nella casa circondariale nella giornata di ieri, 22 dicembre, per una visita ispettiva prevista dall’ordinamento penitenziario e dalle prerogative parlamentari.
«Nel corso della visita è emersa con particolare evidenza la grave situazione di sovraffollamento e della carenza di personale – si legge nel testo per i media –. Ciò incide negativamente sulla qualità della vita delle persone detenute, rende più complesso il lavoro quotidiano di chi opera all’interno dell’istituto e il raggiungimento dell’obiettivo prioritario della detenzione ovvero garantire un reinserimento sostenibile e duraturo, principio che la Costituzione indica come coessenziale all’esecuzione delle pene».
La significativa carenza di personale è ormai una criticità strutturale che interessa l’intero sistema penitenziario italiano: «Le risorse umane che compongono l’ambiente detentivo sono l’unica vera risposta alla garanzia dei diritti dei detenuti e alla sostenibilità ed effettività dei percorsi rieducativi: polizia penitenziaria, operatori sanitari, educatori, Uepe, magistratura di sorveglianza. La possibilità di avere organici sufficienti permetterebbe anche di creare relazioni continuative con i territori che ospitano le strutture, dal terzo settore agli enti locali, al tessuto delle aziende. Senza personale tutto questo è impossibile da attuare, minando la sicurezza e l’incolumità di lavoratori e detenuti».
Un ulteriore tema critico riguarda la gestione delle dipendenze e della salute mentale all’interno degli istituti penitenziari: «Si tratta di una problematica che abbiamo riscontrato in tutte le strutture detentive visitate, come gruppo parlamentare, in giro per l’Italia. Anche su questi aspetti emerge con evidenza un totale disinvestimento da parte di questo governo e la mancanza di politiche strutturali adeguate».
Bakkali dice di aver constatato lo straordinario sforzo di chi opera dentro la struttura ravennate con professionalità, dedizione e senso di responsabilità, garantendo quotidianamente sicurezza, assistenza e rispetto della dignità delle persone recluse, nonostante una carenza cronica di spazi garantiscono comunque le attività. Si portano avanti iniziative pregevoli come i diversi laboratori e percorsi professionalizzanti, corsi di alfabetizzazione e di scuola media. Vengono inoltre dedicati momenti ad attività culturali, come corsi di mosaico, di lettura e di teatro. Si tratta di iniziative fondamentali per favorire il reinserimento sociale e lavorativo delle persone detenute che la possibilità di maggiore personale renderebbe accessibile a più detenuti e in modo più continuativo».



