25 anni di Festival 10 anni di Magazine

Fausto PiazzaBuon anniversario Ravenna Festival. Comunque sia o la si pensi, compiere 25 anni è un traguardo ragguardevole. Si è ancora giovani ma si può aver accumulata una notevole esperienza e notorietà. Nel caso del festival ravennate si tratta di qualità artistica e poliedricità dei cartelloni, capacità organizzativa, fama internazionale, plausi della critica e applausi di un pubblico variegato. Poi, senza dubbio, si tratta di tre personalità che hanno plasmato l’evoluzione del festival: Mario Salvagiani, originario artefice e abile amministratore (politico e finanziario), Cristina Mazza­vil­lani, anima e animatrice, Riccardo Muti, colonna portante culturale e testimone internazionale.
Come trarre il bilancio di una manifestazione così complessa e ammirata ma anche controversa, nel rapporto non sempre di stima con parte della città?
Sul versante dei conti – dichiara il sovrintendente De Rosa – le casse della Fondazione sono in ordine. E si evidenzia che il denaro pubblico sostiene solo in parte il festival, visto che i due terzi delle risorse, anche in passato, sono derivate da biglietti, sponsor e liberalità. Per­altro De Rosa valuta che, nel corso di 25 anni, il festival abbia “restituito” al territorio qualcosa come 80 milioni di euro, pari alla metà degli interi costi sostenuti.
Sul piano artistico non c’è che dire: qualità e varietà sono tutte dentro un elenco enorme di centinaia di spettacoli, tanto arduo da riordinare per generi quanto ricchissimo di artisti di fama mondiale, produzioni originali, grandi e piccoli eventi, a volte inediti, di ogni forma ed epoca musicale, teatrale e della danza.
Basteranno questi rendiconti di buona gestione (economica e culturale) a convertire i detrattori? Quelli che… «Il festival drena risorse a scapito di altre iniziative». «Non si trovano biglietti (o costano troppo)». «Sono eventi esclusivi»… E altri piagnistei. Invidiosi? Provinciali? Snob al cubo (spocchiosi votati a disertare gli spettacoli elitari)? Per certi versi questo rapporto difficile e tormentato nasce da una specie di strabismo pregiudiziale: il bicchiere mezzo pieno che risulta mezzo vuoto. Invece di partecipare si pondera. Certo sarebbe illusorio – svanito di colpo il Ravenna Festival  – recuperare gran parte dei soldi pubblci e privati oggi indirizzati sulla manifestazione, che creano sensibili ricadute e indotto per il sistema culturale e l’intera città.
Intanto, anche per noi è un anniversario: è in distribuzione gratuita per il 10º anno l’RFM, rivista realizzata dalla nostra redazione per conoscere meglio i tanti eventi, belli e possibili, che offre il festival quest’anno.

Ravvena&Dintorni: l'editoriale
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