Si possono usare percentuali e moduli per misurare l’arte?

Enrico Gramigna302.401 (trecentoduemilaquattrocentouno), questa è la cifra in euro che il comune di Ravenna stanzierà quest’anno (e ogni anno per i prossimi quattro anni, euro più euro meno) per sostenere le realtà musicali, se si escludono la stagione di lirica e danza organizzata da Ravenna Manifestazioni e il Ravenna Festival, che riceve un contributo diretto. L’anno nuovo ha portato una ventata di novità per quel che riguarda la musica classica. Quest’anno, infatti, il comune di Ravenna ha rinnovato le convenzioni culturali e proprio nel 2018, per la prima volta, i progetti sono stati valutati secondo un bando piuttosto articolato e che dava garanzia di distribuzione del gruzzolo in maniera proporzionale alla bontà della proposta.
Come ampiamente pronosticabile, per quel che riguarda le realtà che promuovono musica colta vi sono state voci a favore e voci contro questa distribuzione di finanze. Se certo non stupisce il grosso salto in avanti fatto dal Quartetto Fauves con il loro progetto sClab (addirittura si vedono aumentare del 400% i fondi rispetto alla convenzione passata, arrivando a una cifra di circa 10mila euro), è, su tutti, l’enorme aumento di fondi a disposizione di Emilia Romagna Concerti (da 14mila euro nel 2017 a oltre 55mila nel 2018) che colpisce e ingolosisce gli amanti della musica che, quindi, avranno ancor più motivatamente grandi aspettative da questa associazione che già da anni cura una propria rassegna a Ravenna.
Tra gli scontenti, oltre Mikrokosmos (-30%), sicuramente l’Associazione Mariani che, se non fosse per una parte del bando che premia la longevità della proposta culturale, perde ben il 23% rispetto alla convenzione passata. I più scontenti paiono essere, tuttavia, gli organizzatori del Festival di Musica d’Organo a San Vitale che, in virtù della collaborazione con l’Ensemble Mariani promotrice della rassegna Sotto le stelle a Galla Placidia, si aspettavano di avere più fondi. Questa attesa non solo pare sia stata vana, ma addirittura disillusa, dal momento che il comune ha apportato un taglio drastico (da 9mila a 6.601 euro e solo grazie a un consistente bonus) che non permette certo la contemporanea organizzazione di due rassegne; pare quindi che la stagione musicale più antica della città, quella organistica, dopo 57 edizioni sarà destinata a chiudere, salvo (auspicati) salvataggi dell’ultim’ora.
Tra tutti i nomi illustri manca uno dei più celebrati, Accademia Bizantina, che, invece, rimane fuori dai giochi per errori nella compilazione della domanda. Con punteggi, percentuali e moduli è possibile misurare l’arte?

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