Accoglienza profughi, paletti a casa di altri

Andrea AlberiziaSono cinquecento al momento, ci si sta preparando per arrivare a settecento entro qualche settimana e nel futuro prossimo non si sa quanti potranno essere. La presenza di profughi sul territorio provinciale, inseriti ufficialmente nella rete di accoglienza nazionale coordinata dal ministero dell’Interno con le ripartizioni territoriali, in media è di una persona ogni ottocento residenti. In campo politico è una mina vagante: chi sta all’opposizione agita la clava, chi sta al governo spesso cerca di tenersene alla larga il più possibile. Gli ultimi episodi lo dimostrano. L’ultimo caso è l’albergo Marepineta a Marina di Ravenna (collegato alla parrocchia di don Ugo Salvatori a Ravenna) che ha comunicato alla prefettura la disponibilità di 77 letti per accogliere nuovi migranti. Il primo a urlare no è stato Alvaro Ancisi, consigliere comunale di opposizione e orientamento cattolico. Seppur difronte a un prete di quelli che contano, non ha risparmiato critiche e questa volta, va riconosciuto, prima di lanciare strali ha perlomeno atteso che ci fosse davvero una offerta di disponibilità: nei mesi scorsi lanciò una raccolta firme per impedire che un hotel di Marina Romea accogliesse profughi anche se il gestore dell’albergo non aveva mai pensato alla disponibilità della sua struttura. Poi è arrivato il sindaco Fabrizio Matteucci con un tentativo di mettere paletti: giammai più di dieci in una struttura. Andrà ricordato al primo cittadino, e Ancisi l’ha fatto, che mettere paletti a casa di altri non è proprio prassi: il Comune di Ravenna infatti ha risposto picche alla prefettura che voleva siglare una convenzione con l’amministrazione capoluogo trasferendo a Palazzo Merlato i fondi per l’accoglienza lasciando al Comune l’incombenza di selezionare le strutture. Da Piazza del Popolo dicono che sarebbe stato un inutile appesantimento della macchina burocratica dovendo poi fare comunque un bando di livello europeo visti numeri da gestire. Più prosaicamente è lecito pensare che da quelle parti abbiano preferito lasciare il cerino in mano al prefetto e poter commentare dicendo che sono scelte dall’alto. Ma se scelgono dall’alto poi i paletti mica puoi metterli. A condire il tutto c’è il sapore del business. Per ogni profugo accolto si prendono fino a 35 euro al giorno con cui garantire tre pasti, un letto e un percorso di semplice formazione. Il Marepineta, oltre a dirsi legittimamente disponibile con la prefettura nel percorso retribuito, avrà già dato disponibilità anche a papa Francesco e al vescovo Ghizzoni che invitavano le parrocchie ad aprire le porte delle loro strutture per gli immigrati?

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