Alberghini l’invisibile partito al rallenty

Andrea AlberiziaSu Facebook non ha un profilo privato e nemmeno una fan page, su Twitter non esiste, di Instagram manco a parlarne, non ha un sito web. Scegliere di tenersi fuori dall’universo social non è una strada percorribile per chi scende in politica nel terzo millennio. Ma una settimana dopo la sua presentazione alla città ancora non esiste un’identità online per il commercialista Massimiliano Alberghini che si sta candidando a sindaco alle elezioni comunali di Ravenna. L’ufficio stampa – che alle redazioni ha mandato soltanto una foto del 50enne e nemmeno particolarmente valida – ha fatto sapere che a breve sarà online il sito internet con news e agenda della campagna elettorale. Così magari si saprà anche se è in programma un incontro con i cittadini (che forse vorranno vederlo in faccia per decidere se votarlo) e se esisterà un comitato elettorale come allestito dalle altre liste in corsa.
Sembra quasi che l’inedito matrimonio tra Lista per Ravenna e Lega Nord – rappresentate da due volponi della politica come Alvaro Ancisi e Gianluca Pini, convolati a nozze dimenticando gli scambi di insulti di qualche anno fa – sia stato costretto a fare le cose di corsa. Ma era da settimane che i due assicuravano di avere il nome pronto. Si potrebbe dire che abbiano avuto cinque anni per farsi trovare pronti. Anzi, di più: è lo stesso ticket Pini-Ancisi, gli sponsor politici di un candidato che assicurano civico nel senso più puro del termine, ad aver parlato di 46 anni di egemonizzazione Pd. Da abbattere in meno di quattro mesi iniziati un po’ in sordina vista la portata dell’impresa.
Anche la scelta dell’annuncio ufficiale lascia qualche perplessità dal punto di vista comunicativo: invece di puntare alla massima copertura mediatica, la neonata coalizione ha (legittimamente) scelto di concedere l’esclusiva a una testata sola programmando una conferenza per tutti i media un paio di giorni dopo. In molti per quel giorno, conoscendo la regia di Pini e Ancisi, si aspettavano il colpo a effetto. Il commercialista invece ha parlato per mezz’ora buona con una pacatezza di toni apprezzabile che marca la distanza di stile da chi lo appoggia. Ma, come si dice in gergo, è mancata la notizia. Ai cronisti assetati di titolo è arrivata la bacchettata dal decano dell’opposizione: non era quello il momento per il programma elettorale. In campo hanno messo un candidato totalmente sconosciuto al grande pubblico. Per fronteggiarne uno che è sui manifesti di mezza città e addirittura sforna la pizza. Siamo curiosi di conoscere il tempo adatto in cui sarà ora di dare le notizie.

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