Amministrative: il vero coup de théâtre

Gli ultimi nomi in ordine di apparizione sulla stampa sono quelli di Massimo Mazzavillani (Cna) che però pare non sia disponibile e di Giacomo Costantini (Confesercenti) giovane promessa del partito già nella rosa dei papabili al consiglio regionale. Ma ancora in circolazione, solo per stare ai più recenti e citati, ci sono anche quelli di Enrico Liverani (assessore, ex Cgil), Giorgio Graziani (Cisl), Giovanni Monti (Legacoop), Filippo Brandolini (Hera), Alberto Cassani (ex assessore, ora coordinatore Ravenna 2015). Perché gli uomini nel Pd non mancano, questo va detto (semmai, pare sempre più evidente, a mancare sono le donne), ma vero è che in questa abbondanza di nomi tutti plausibili e tutti credibili ancora non ne emerge uno con chiarezza.  Nessuno di loro peraltro che faccia una dichiarazione in un senso o nell’altro, un passo indietro o uno avanti, almeno pubblicamente. Ma soprattutto, al momento, nessuno che venga fuori con un’idea e un progetto di città. Tutti ad aspettare e ascoltare. Ma non solo nel Pd, proprio tutti  in generale.  Ma se per i grillini quella di dar voce ai cittadini semplici è la ragione d’essere, ormai la partecipazione dal basso è diventata prassi. Lo fanno le liste civiche, lo fa il Pd con il percorso strutturato Immagina Ravenna di cui si attendono i frutti, lo fa perfino Forza Italia. Non manca davvero più nessuno. A meno di un anno dalle elezioni tutti a cercare idee e uomini. E tutto questo, per carità, è cosa buona e giusta. Solo che sembra ormai l’unica cosa che i partiti sono in grado di fare, correndo peraltro un discreto rischio di omologazione. Tanto che adesso una cosa davvero rivoluzionaria sarebbe veder arrivare qualcuno che ci metta la faccia e faccia qualche proposta sensata e forte, a lungo termine, di prospettiva e anche sì, divisiva. Che faccia discutere, che imponga di scegliere. Idee possibilmente nate da una squadra di lavoro, mica serve l’onniscenza né tantomeno l’uomo solo al comando, ma idee che magari appunto a noi cittadini qualsiasi nemmeno possono venire in mente perché non abbiamo viaggiato e studiato abbastanza, non abbiamo sufficienti competenze e nemmeno abbastanza visione e coraggio, troppo spesso concentrati sulla buca davanti a casa (che va riparata, certo, ma anche messa in una scala di priorità). Sì, insomma, il vero coup de théâtre adesso sarebbe l’apparire all’orizzonte di qualcuno che possa dare l’impressione di saper dirigere, oltre che ascoltare e magari inseguire, gli elettori.

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