Antirazzismo, maneggiare con cautela

Andrea AlberiziaDi questi tempi, fatti di social tritacarne, le lotte a difesa dei valori vanno maneggiate con delicatezza. Prendiamo il caso dello studente 21enne che sabato sera è stato rimbalzato dal buttafuori all’ingresso del Touchè Santafè a Marina. Il mattino seguente – quindi non si può nemmeno parlare di reazione a caldo – ha riversato la sua rabbia su Facebook accusando di razzismo chi gli aveva impedito l’entrata. Un’accusa che poi si apprenderà non derivava da un’esplicita affermazione dell’addetto alla sicurezza ma veniva dalla sua libera applicazione di un sillogismo logico che sintetizziamo in pochi passaggi: tu mi hai lasciato fuori, io sono mulatto, tu non mi hai dato una spiegazione quindi deve essere per forza perché sono mulatto e allora tu sei un razzista. Touchè fat inculè è il riassunto in rima usato dal ragazzo volendo dare dimostrazione pratica di saper maneggiare il dialetto come ben specificato nel post, come attestazione di una veracità romagnola che non meritava di essere rimbalzata. Che viene spontaneo chiedersi chi sia razzista verso chi perché messa giù così sembrerebbe quasi voler dire che se non si è romagnoli e italiani a tutti gli effetti si potrebbe anche mettere in conto di essere lasciati fuori quando invece l’unico requisito per l’accesso, fino a prova contraria, ci sembra sia essere esseri umani. L’assessore all’Immigrazione ha amplificato il caso con lo stesso Facebook lasciando intendere che il giovane era stato escluso, unico tra i suoi amici, per il colore della pelle e i gestori ora dovessero scusarsi. Forse prima di cliccare su pubblica avrebbe aiutato una telefonata amichevole a quei gestori, che tra l’altro in qualche caso hanno fatto anche parte della coalizione a sostegno di De Pascale in cui milita lo stesso assessore. Il locale a quel punto ci ha messo una pezza con facilità potendo pure fare gli offesi a ragione: macchè razzisti, vi abbiamo solo scambiati per un gruppo di pischelli che avevano fatto casino in passato. Ci siamo sbagliati nella valutazione, non è più permesso sbagliare? Scusate. Col senno di poi bisogna anche dire che se davvero è andata così l’errore è stato doppio visto che la stessa notte la polizia ha individuato otto ragazzi che in quel locale se ne andavano in giro passando il tempo tra musica, cocktail e strappi di collane da altri clienti. Ma questa è un’altra storia. La questione centrale della lotta antirazzista ne esce a pezzi. Perché può anche accadere il caso in cui qualcuno faccia un torto a un mulatto senza essere mosso da razzismo. Nel caso specifico non sapremo mai se c’era razzismo in quel gesto. E muovere accuse di razzismo per un proprio libero ragionamento, non aiuta a combattere il razzismo.

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