C’è crisi e delusione ma the show must go on

Fausto PiazzaTira un’aria mesta negli ambienti locali della cultura e dello spettacolo. Sarà la stagione… O la convalescenza dopo la sconfitta di Ravenna 2019: un contrappasso agli entusiasmi, alle speranze e anche a qualche polemica che il progetto della capitale aveva alimentato a fine estate. E forse, visti i tempi che corrono, le luci della ribalta non sono percepite più così sfavillanti come dovrebbero essere. Eppure…
Eppure, anche quest’anno i sipari dei tanti teatri storici e spazi scenici più recenti, grandi e piccoli, che sono una ricchezza di Ravenna e della Romagna, si sono riaperti, proponendo cartelloni di prosa, opera, danza, musica, per adulti e ragazzi. E il pubblico è ritornato a vivere quel rito di curiosità, conoscenza, confronto, emozione che è partecipare a uno spettacolo dal vivo.
Per il settimo anno consecutivo, con la rivista-annuario “Palcoscenico” – 80 pagine di calendari, notizie, articoli e immagini in uscita nei prossimi giorni – abbiamo voluto divulgare e documentare proprio la ricchezza di questa importante civiltà teatrale.
Si tratta, allo stesso tempo, di una multiforme dimensione dell’arte, di occasioni di partecipazione sociale e di una serie di competenze creative, organizzative e produttive che vanno rispettate, promosse e tutelate.
Non scordiamocelo, nonostante alcuni segnali confortanti emersi nelle ultime settimane: dalla promessa del sindaco Matteucci di non tagliare i fondi comunali per la cultura alla riforma dei criteri di stabilità per i finanziamenti del Fondo Unico per lo Spettacolo, che potrebbe consolidare l’attività di compagnie e centri teatrali romagnoli, fino all’intenzione, a quanto pare sempre più concreta, del ministero dei Beni Culturali di sostenere Ravenna come Capitale Italiana della Cultura dopo la sfida perduta del 2019…
Perché dietro l’angolo ci sarà sempre qualcuno – argomentando della crisi e del degrado – pronto a  dire che l’arte e le opere d’ingegno sono inutili e improduttive e molti, magari oppressi da crisi e degrado, saranno pronti a crederci. Ricordiamoci sempre in quali circostanze e chi era quel personaggino del non lontano ‘900 che quando si parlava di cultura diceva di voler metter mano alla pistola.
Visto che stanno arrivando le feste, un consiglio spassionato – per contribuire con poca spesa e molto vantaggio per la mente e il cuore alla causa della cultura –: regalatevi e regalate a chi volete bene un biglietto per uno spettacolo “in carne e ossa”, col vantaggio di evitare per una sera serial televisivi e Facebook.

Ravvena&Dintorni: l'editoriale
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