Contro l’educazione dei musulmani

Niente, non ce la possiamo fare. Che sia per chiudere le moschee, per far loro firmare documenti di impegni o giuramenti alla Costituzione o chi ne ha più ne metta, pare impossibile  trattare i musulmani che vivono a Ravenna da una vita, che frequentano le moschee (quella con il minareto o la sala di preghiera di via Spadolini) come semplici cittadini al pari di tutti gli altri. A parte qualche rara eccezione, anche chi è mosso dalle migliori intenzioni rischia di marcare una differenza, di rivelare in realtà quanto sia profondo il pregiudizio. È questo il caso del militante Pd che ha ben pensato di regalare un decalogo alla comunità in Darsena, durante una pedalata elettorale del candidato sindaco De Pascale nel quartiere. Immaginate che qualcuno venga a casa vostra a trovarvi e pensi di regalarvi un elenco di norme  “universali” un po’ tratte dai comandamenti di Mosé (!) compreso “non desiderare la roba d’altri”, un po’ da quello che sembra un regolamento per una gita scolastica (non bere, non drogarti). E lo faccia solo con voi, sia chiaro. Non vi sentireste a disagio? Forse offesi? Bene ha fatto De Pascale a chiarire che non ne era al corrente e che non approva l’iniziativa,  anche se è comprensibile che al centro islamico  non basti. Ora, naturalmente si può pensare a una strumentalizzazione a fini elettorali da parte in particolare di Ravenna in Comune che ha tra i suoi candidati tra l’altro Marisa Iannucci, frequentatrice proprio di quel luogo di preghiera. Ecco, può pure essere, ma è altrettanto vero che tutto è successo all’interno di un’iniziativa elettorale che coinvolgeva il candidato sindaco del Pd. E poichè, a differenza di chi sta cercando voti alimentando paura e costruendo muri, vogliamo credere che il Pd (o almeno molta parte del Pd che candida per esempio una paladina dell’intercultura come Lina Taddei) voglia sinceramente lavorare per una città del futuro aperta e plurale, questa gaffe potrebbe essere un’occasione d’oro. Un’occasione per riflettere e cercare di far capire anche a chi non vede nulla di offensivo in quel dono che sì, ci sono anche ravennati musulmani, i quali voteranno e  addirittura si sono candidati, e che no, non è che siccome sono musulmani hanno bisogno di essere educati a valori civici o “universali” più  di chiunque altro.

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