Darsena, ora non si puo’ piu’ scherzare

Si era sempre detto che senza contributi pubblici la riqualificazione della Darsena sarebbe rimasta solo un sogno. E come un miraggio è arrivato un bando del Governo che mette a disposizione un massimo di 18 milioni per ogni capoluogo di provincia che presenti un progetto fattibile di riqualificazione di aree più o meno degradate della città. Ravenna lo ha fatto – ne parliamo nei dettagli a pagina 12 di questo giornale – chiedendone solo 13, di milioni, ma con molto ottimismo. Perché non ce ne saranno forse molte di città in grado di presentarsi all’appuntamento così preparate. Pure troppo, mi verrebbe da dire, pensando agli anni trascorsi all’insegna della partecipazione e dei barcamp, con l’Amministrazione che non è riuscita a prendere mai decisioni davvero forti, se non alcune che hanno pure rischiato di rovinare il tutto (penso sempre all’inutile mini-progetto di riqualificazione delle banchine senza, di fatto, riqualificazione delle banchine o alla scelta di utilizzare l’ex dogana come sede dei vigili urbani, nientemeno). Ora, in fretta e furia, sono stati coinvolti i privati che contano (non i cittadini alla ricerca di verde e di partecipazione, ahivoi, ma quelli che invece ci devono mettere i soldi) ed è stato redatto un progetto che potrà piacere o meno ma individua perlomeno le priorità per far decollare la riqualificazione fin da subito. Ecco, anche io sono convinto che alla fine i soldi dallo Stato arriveranno. Ma se non dovessero malauguratamente arrivare, sarebbe comunque giusto continuare su questa strada, senza disperdere troppe energie e andando dritti al sodo. In sintesi: chissenefrega del cosiddetto strappo della stazione – che alzi la mano chi pensa di arrivare a piedi in Darsena da piazza del Popolo –; ok al riuso di quei pochi edifici di archeologia industriale che possono essere immediatamente riqualificati; e infine, miracolo dei miracoli, cerchiamo perlomeno di far vedere l’acqua (anche se inquinata) a chi passeggia. Tre temi individuati in termini più tecnici ed eleganti dal Comune, che punta inoltre a investire sullo sviluppo della nuova Darsena PopUp, unico finora intervento davvero innovativo del quartiere, che lo rende qualcosa di simile a uno spazio “urban” come dei veri docks. Se non ci siete ancora andati, magari fateci un salto in questi giorni in cui sono al lavoro gli street artist del festival “Subsidenze” (vedi, in questo caso, pagina 4) e come per magia vi sembrerà di essere – quasi – a Berlino…

Ravvena&Dintorni: l'editoriale
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