Ravenna e il degrado. Va bene così?

Mi hanno stupito – per quanto possano ancora stupire dei commenti sui social – le reazioni (positive o negative che siano state) che ha provocato l’ultimo editoriale pubblicato su queste colonne, in cui Federica Angelini metteva in la una piccola serie di criticità (alcune piuttosto diffuse in Italia, altre più peculiari) chiedendosi quanto Ravenna possa ritenersi ancora attrattiva e vivibile.

Inevitabili anche le critiche, in calce a un editoriale in cui si prova appunto a stimolare un dibattito, da cui traspirava un vago senso di lesa maestà, come se mettere in dubbio la qualità della vita di Ravenna volesse dire fare campagna elettorale per la Meloni (ci è stato detto anche questo…).

La sensazione, al contrario, è che sia stato invece toccato un nervo scoperto. Ne approfitto allora per focalizzare ancora meglio uno degli aspetti toccati da quell’editoriale, il degrado che si sta oggettivamente diffondendo (o in alternativa, tornando) in alcune zone della città. A partire dalla piazza Baracca dove si è innescata la discussione che ha poi portato al recente omicidio. Ok, non sarà stata colpa del degrado della piazza, ma non si è trattato neppure di un caso isolato, dato che ora non è più possibile bere alcolici in zona in seguito a un’ordinanza incentivata dalle forze dell’ordine ed emanata nelle scorse settimane dal Comune.

Per arrivare ai tanto discussi giardini Speyer, dove sembrava che un po’ di “mediazione” potesse bastare per mantenere la situazione nella normalità, mentre invece negli ultimi tempi si sta registrando una sorta di recrudescenza, così come confermato pure dal nuovo questore, preoccupato dell’effetto ghetto per la forte presenza di attività gestite da extracomunitari. Possibile che non si possa fare di più, per dare modo all’intera cittadinanza di riappropriarsi di un quartiere? Basterà lo studentato universitario che dovrebbe (il condizionale in questi casi è sempre d’obbligo) essere realizzato di fronte alla stazione?

E per restare in zona, di là dal sottopasso, abbiamo registrato anche la denuncia di una guida turistica, che si dice imbarazzata ad accogliere i turisti in piazzale Aldo Moro, dove qui era stato perfino costruito un nuovo locale che avrebbe dovuto fungere anche da accoglienza turistica, e che invece – record dei record – è stato avvolto dal degrado ancor prima della sua inaugurazione.

Per concludere con piazza San Francesco, naturalmente, dove anche qui pare urga una nuova svolta, dopo la mini “riqualificazione” (virgolette d’obbligo) ottenuta con la semplice apertura di una pasticceria sotto i portici. Ora da quella pasticceria rubano bottiglie di alcolici per poi bivaccare vicino alla tomba di Dante.

Ma davvero va bene così? Davvero non c’è un (se piccolo o grande decidetelo voi) problema a Ravenna?

Ravvena&Dintorni: l'editoriale
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