Due ergastoli e due morti senza colpevole

Andrea AlberiziaCi lasciamo alle spalle un 2016 in cui la parola ergastolo si è sentita per due volte in tribunale a Ravenna dopo cinque anni in cui non aveva mai trovato spazio nel dispositivo di una sentenza e entriamo in un 2017 in cui quasi certamente andranno alla sbarra altri due imputati chiamati a fronteggiare la stessa accusa di omicidio.
Le ultime due condanne al fine pena mai sono state inflitte a Daniela Poggiali, l’ex infermiera di Lugo, per la morte di una paziente con una iniezione letale di potassio e a Secondo Merendi per l’uccisione dell’anziana madre in casa.
Il 2017 sarà l’anno in cui è verosimile ipotizzare che le porte della corte d’assise si apriranno per Matteo Cagnoni e Antonio Colopi. La procura è convinta che la gelosia abbia spinto il primo a uccidere la moglie Giulia Ballestri lo scorso settembre e il secondo abbia invece ammazzato lo scorso marzo il compagno Ugo Tani al termine di un litigio nell’appartamento in cui convivevano a Savio.
Era dal 2011, come detto, che non arrivava un ergastolo a Ravenna. Il tunisino Rezeg Hamadi venne ritenuto l’autore dell’omicidio di un connazionale alle Bassette nel 2009: questioni di droga. Nel 2008 invece pena massima per il forlivese Davide Valpiani, all’epoca 44enne: la corte d’assise lo giudicò l’omicida di Vincenzo Di Rosa, il fratello della fidanzata ammazzato nell’estate 2005 a Cervia con un colpo di pistola alla testa. Movente: la riscossione di 800mila euro di polizza sulla vita (mai riscossi da nessuno). Nel 2007 invece in primo grado gli ergastoli per Francesco Mellino e Saverio Masellis, crotonesi accusati dell’omicidio di Gabriele Guerra a Pinarella nel 2003 per punire la sua ribellione al pizzo preteso dai calabresi per una bisca clandestina che stava aprendo. È del 1990 l’ergastolo per il 58enne Verano Ricci per l’omicidio di due guardiacaccia nelle campagne ravennati.
Parlando di omicidi e processi per omicidio, vanno ricordati i 17 morti ammazzati senza che si sappia il colpevole. Gli ultimi risalgono al 2015: il vigilante Salvatore Chianese ucciso con una fucilata in una cava a Savio e il venditore ambulante Mor Seye ucciso da sei colpi di pistola in spiaggia a Casalborsetti. Sarebbe bello se il 2017 portasse gli investigatori ai colpevoli.

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