Educazione sessuale a scuola: ci risiamo

Mentre mezza Italia rideva per la tragicomica campagna del governo sul Fertility Day, a Ravenna è stata presentata una mozione per chiedere che la giunta del Comune si attivi affinché sia data la possibilità alle famiglie di far esonerare i propri figli alla (eventuale) partecipazione a progetti scolastici (non ancora concretamente previsti e chissà se mai lo saranno) «connessi all’educazione affettiva/sentimentale/sessuale». Una mozione preventiva tutta da ridere, se non ci fosse da piangere.
L’Italia, come noto, fa parte della minoranza dei paesi dell’Unione Europea a non aver ancora reso obbligatorio nelle scuole l’insegnamento dell’educazione sessuale. Al di là delle informazioni corrette sui propri organi genitali, fare educazione sessuale a scuola – come ha scritto l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) – “incide favorevolmente sul numero delle gravidanze indesiderate, su quello delle malattie trasmesse sessualmente, sugli episodi di abusi sessuali, sugli stereotipi e sulle discriminazioni basate sull’orientamento di genere e sull’orientamento sessuale”. In un paese sviluppato nel 2016 non ci sarebbe neppure discussione, e invece Ravenna è, in piccolissimo, l’esempio plastico di questo Paese, dove se si parla di sesso ci si affretta a voler delegare il tutto alla famiglia, con esiti disastrosi per molti adolescenti. Fanno quasi tenerezza questi politici spaventati dalla possibile introduzione di programmi di educazione sessuale e affettiva nelle scuole, che mentono sapendo di mentire (o forse no) quando gridano all’allarme sulla masturbazione nelle materne (come se davvero credessero che possa venir attivato un corso negli asili, su come masturbarsi) mentre quelli che avrebbero forse dovuto rappresentare il nuovo (penso ai consiglieri riconducibili al Movimento 5 Stelle, assente a Palazzo Merlato, del movimento civico Cambierà) che si compattano con il centrodestra senza alcun tipo di vergogna. Senza contare poi che anche nella maggioranza di centrosinistra – visto quanto accaduto a Faenza in passato sul caso della cosiddetta famiglia naturale – non ci possono essere certezze e non ci sarebbe purtroppo da stupirsi se perfino qualcuno nel Pd dovesse votare a favore della mozione. Il tutto mentre la città si interroga sulla violenza sulle donne. Povera Ravenna. Povera Italia.

Ravvena&Dintorni: l'editoriale
EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
CENTRALE LATTE CESENA BILLB LATTE 25 04 – 01 05 24
NATURASI BILLB SEMI CECI FAGIOLI 19 – 28 04 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24