Le bacchettate del Maestro

Fausto PiazzaRiccardo Muti disegna un ampio arco con la bacchetta per chiudere l’ultima battuta del potente e struggente finale della quinta sinfonia di Cajkovskij. In un Pala de André stipato del pubblico del Ravenna Festival irrompe un applauso di cinque minuti, dopo l’ennesimo, memorabile, concerto diretto dal Maestro sul podio delle orchestre giovanili riunite “Cherubini” e “Italiana”.
Ma alla fin fine, nessun bis, nessun mazzo di fiori, neppure la bacchetta, lasciata in camerino. Solo poche parole pronuncia Muti verso il pubblico, per sancire la dedica dell’evento allo scomparso collega Claudio Abbado e bacchettare polemicamente quelle istituzioni che irresponsabilmente, nel nostro Paese, fanno poco o nulla per sostenere la cultura e dare una chance ai giovani artisti.
«Per onorare il Maestro Abbado basterebbe la musica che abbiamo interpretato – esordisce Muti – ma credo sarebbe contento di essere stato ricordato da una grande orchestra di giovani talenti, quei giovani a cui anche lui teneva tanto»… Per inciso va ricordato che il progetto originario prevedeva la presenza anche di giovani musicisti dell’Orchestra Mozart fondata da Abbado, ma problemi legali legati al marchio della formazione, dopo la morte del direttore, l’hanno impedito.
«Avete sentito come si sono cimentati mirabilmente su partiture complesse e difficili? Beh vi assicuro che non hanno nulla da invidiare ad altre accademie musicali e orchestre del mondo – ha affermato Muti ­–. Pensate che a Mosca li chiamino per eseguire il Boris Gudonov? Eppure in Italia si invitano con sussiego orchestrali stranieri a suonare la Bohéme pagati con i soldi dei contribuenti, mentre nuove generazioni di virtuosi usciti dai conservatori italiani restano senza lavoro». «D’altra parte – ha ironizzato Muti – anch’io ho studiato ai conservatori di Napoli e Milano, eppure un po’ di carriera l’ho fatta… E il Maestro Abbado è stato un’eccellenza della cultura e della musica italiana nel mondo. Ma invece di valorizzare questo nostro patrimonio comune e le competenze dei giovani musicisti, hanno inventato gli schieramenti di “abbadiani“ e i “mutiani“: tutte cazz… pardon cavolate (sic). Che il nostro straordinario patrimonio culturale e musicale sia un valore e una risorsa da tutelare e fare emergere lo dico dal 1968 e continuerò a ripeterlo fino a quando tirerò le cuoia (sic)»…
Certo che se tanti altri, anche in altri campi, con la loro autorevolezza, avessero portato avanti le istanze e realizzato i progetti di Muti e Abbado, forse oggi potremmo puntare su di un futuro meno incerto e asfitico.

Ravvena&Dintorni: l'editoriale
NATURASI BILLB SEMI FAVE PISELLI 17 – 26 05 24
RFM 2024 PUNTI DIFFUSIONE AZIENDE BILLB 14 05 – 08 07 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24