Le spine e le speranze del Pd

Più che di discontinuità con il precedente Pd, il messaggio  che alcuni hanno colto nel discorso con cui ha inaugurato la campagna elettorale il candidato sindaco dei democratici Enrico Liverani è di lontananza dal Pd nazionale, a cui non ha fatto riferimenti (basti dire che non ha mai citato il tema delle tasse, per dire). E lo sguardo sulle priorità era sicuramente quello di chi parte da una storia sinistra. Gli avversari citati esplicitamente sono stati i grillini e la Lega, Bucci e loro possibili alleati, ma i contenuti del discorso sembravano più rivolti a chi potrebbe essere tentato dall’esperimento politico di Ravenna in Comune, a sinistra del Pd. Intanto infatti quello che era partito come un “caravanserraglio” guardato con una certa sufficienza da via della Lirica, con vari “reduci” politici dei diversi partiti di sinistra, si sta strutturando come una realtà piuttosto innovativa nella forma, capace di coinvolgere centinaia di persone ed eleggere un candidato sindaco stimato e in grado in certi ambienti di suscitare reale entusiasmo, come Raffaella Sutter, e due portavoce giovani, capaci, credibili. Tutti e tre con una storia di politica attiva e concreta fuori dai partiti. Una spina nel fianco, insomma. A tranquillizzare il Pd, c’è però forse il centrodestra che con un’alleanza Ancisi-Lega Nord rischia di arrivare seconda al primo turno. E questa è l’ipotesi che probabilmente preoccupa meno il Pd in caso di ballottaggio. Certo, il candidato moderato (ma Salvini e le sue ruspe quindi da Ravenna non passeranno?) al ballottaggio potrebbe contare sui voti di Forza Italia (ma quanti saranno?) e della Pigna, che di certo come lista civica ha perlomeno azzeccato il nome, ma pare difficile immaginare torme di ravennati che non hanno mai votato Ancisi in questi decenni decidere che  è proprio Lista per Ravenna l’alternativa che serve alla città per la svolta decisiva. Così come sarebbe fin più difficile immaginarli votare per un Salvini in salsa ravegnana, sia chiaro. Parma o Livorno sono lì invece a ricordarci che i grillini – anche se non sono moltissimi quelli militanti che si espongono in città – si annidano un po’ ovunque e in un secondo turno potrebbero spuntare fuori come i funghi. Certo, la cosa più interessante da osservare al primo turno sarà comunque quanto e se questa ampia offerta elettorale sarà capace di portare i ravennati in massa al voto. Lì, in realtà, potrebbe risiedere la vera chiave di sconfitte e vittorie.

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