L’intraprendente provincia che è aperta al mondo

Fausto PiazzaChi pensa che la marginale provincia si accontenti del quieto vivere, un po’ sonnolenta, con scarse opportunità sociali e culturali, si sbaglia di grosso. L’ho sperimentato recentemente grazie a due escursioni “fuori porta” da Ravenna a Lugo, e poi sempre dalle parti della Bassa Romagna, a Cotignola. L’occasione era la visita di mostre inedite e musei rinnovati: iniziative di portata locale ma di una vivacità notevole e di spunti curiosi che non ti aspetteresti da istituzioni e comunità men che meno metropolitane.

A Lugo ho esplorato una rassegna antologica sul disegno contemporaneo, negli ambienti rivitalizzati, in chiave espositiva, di un istituto bancario nella centralissima piazza Baracca. Una mostra ricca di tecniche artistiche e visioni che, in parte, rimanda per tema a uno dei musei lughesi più identitari, dedicato all’eroe dell’aviazione Francesco Baracca. La cui collezione di memorabilia e documenti storici è stata recentemente rinnovata e rilanciata con un innovativo percorso multimediale e anche attraverso, per l’appunto, esempi d’arte contemporanea, fra cui un’attuale rassegna di tavole a fumetti sul mondo della Formula Uno, legata al Cavallino Rampante, simbolo di Baracca “donato” a Enzo Ferrari e divenuto icona globale di bolidi automobilistici made in Italy.

A Cotignola invece, ho ammirato la mostra dell’americano Christian Holstad, che da New York è approdato in Romagna per proseguire una ricerca estetica e concettuale incentrata sulla carta (quella dei giornali in specifico) che ridipinge e riplasma in grafiche perturbanti e installazioni. La sua creatività si è permeata dei genius loci del territorio, e a Cotignola la sintonia si è legata all’eclettica vena artistica di Luigi Varoli, maestro d’arte di svariate tecniche (fra cui la cartapesta), musicista, raffinato artigiano e collezionista. La sua casa-museo è stata appena riallestita e riaperta al pubblico rivelando una wunderkammer di opere e oggetti di grande fascino, fra artificio, archeologia e natura. Peraltro, Varoli non fu solo un intellettuale onnivoro, ma anche un promotore di scuole di arti e mestieri a livello popolare e un personaggio di grande integrità etica e civica, che assieme alla moglie e altri cotignolesi, offrì ospitalità e protezione a famiglie ebree, rifugiati politici e sfollati, perseguitati dai nazifascisti dopo l’armistizio del 1943.

E come non citare, in questa parziale riflessione, le attività espositive a Bagnacavallo nel Museo delle Cappuccine (di recente la mirabile rassegna di stampe giapponesi da Hokusai a Hiroshige) e nell’ex convento di San Francesco, orientate all’arte contemporanea? Va anche sottolineato che queste cittadine offrono importanti rassegne teatrali e musicali promosse dal Teatro Rossini a Lugo, dal Goldoni a Bagnacavallo (che ospita fra l’altro la prestigiosa orchestra Accademia Bizantina) e a Cotignola con l’originale “Arena delle Balle di Paglie”, storico raduno estivo open air, fra pop e cult.

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