Mettiamo le quote anche ai bulgari?

«Le nostre città sono polveriere», «Bisogna mettere un tetto agli immigrati», «Numero programmato: non si scappa da questo tema. O lo affrontiamo noi o il clima che c’è in giro gonfierà le vele della destra razzista». Sono queste alcune delle frasi contenute nella lettera aperta che il sindaco Matteucci, del Pd, ex bersaniano, neo-renziano, manda al suo segretario Matteo Renzi, il quale però è verosimilmente in altre faccende affaccendato in questi giorni un po’ convulsi e surreali (almeno se visti dalla provincia). Il sindaco continua dunque con toni vagamente apocalittici che per i primi sette anni di governo non avevamo conosciuto ma a cui ci stiamo rapidamente abituando (vedi il sobrio giudizio sui tecnici al governo in materia di mini-Imu). Questa volta, lanciato sull’onda del referendum svizzero, il tema è stato l’immigrazione. Diceva di aspettarsi sassate da sinistra e scrive di aver ricevuto qualche grugnito (riferendosi presumibilmente al deputato di Sel, una forza di governo con cui Matteucci governa, e al “solito” Maestri). Di certo, e non sarà un caso, gli applausi sono arrivati da destra. In altri invece è rimasto un po’ di sconcerto. Perché il sindaco ha detto innanzitutto una cosa scorretta: le quote in Italia per gli extracomunitari ci sono già. La legge in vigore è la più restrittiva possibile (ossia la Bossi-Fini) e il Pd, in teoria, una sua idea dice di averla su come riformare la materia, peraltro normata anche a livello europeo. Del resto la legge precedente in vigore si chiamava Turco-Napolitano. Non solo, nel Pd non manca gente che si occupa e studia un tema così complesso, perché allora tirarlo fuori da sindaco, ben sapendo che un sindaco non ha nessun potere in materia? Pare di capire che lo scopriremo a breve quando Matteucci presenterà proposte concrete. Intanto però, se possiamo permetterci l’osservazione, una sparata come questa non ci pare esattamente il miglior biglietto da visita per Ravenna 2019, visto che in Svizzera si è deciso di limitare l’ingresso degli stranieri europei. Vogliamo forse proporre di fare lo stesso in Italia? Limitiamo l’ingresso, per dire, dei bulgari? E come lo spieghiamo quando andiamo a Sofia a cercare alleanze per la capitale della cultura?

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