Nessun pregiudizio, solo bilanci poco lusinghieri

Fausto PiazzaCaro Matteucci, innanzitutto grazie per avere accettato il nostro invito, ormai una tradizione per R&D, di partecipare a una intervista che traccia il bilancio a metà legislatura del tuo secondo mandato da primo cittadino. Gli esiti del colloquio “senza rete” sono pubblicati, tali e quali come pronunciati, nelle pagine seguenti. D’altra parte non era scontato che volessi confrontarti ancora una volta con il giornale che ospita le vignette di Costantini (reo di aver vilipeso lo stemma comunale), la satira di Moldenke e del Bombolone online (di cui sei uno dei bersagli), o ancora peggio, che nel suo sito internet non censura i “teppisti del web” (tanto offensivi da meritare una querela).
Tuttavia – escludendo sia una ripicca permalosa a questi interventi satirici o ai provocatori che pullulano sul sito R&D – non c’è piaciuto per niente un passaggio della tua intervista dove imputi al nostro lavoro giornalistico un’ostilità nei tuoi confronti viziata dal pregiudizio. Questa valutazione ci ha irritato e amareggiato perché è priva di fondamento. I pregiudizi presuppongono un movente, uno scopo vendicativo, una convenienza… E quali obiettivi dovremmo perseguire: personali, politici, economici? Puoi pensarla come vuoi ma non ci crede nessuno a questa opaca strategia di preclusione, di critica “a priori”, che avremmo messo in atto.
Sarebbe più semplice, leale, comprensibile ti infuriassi per i nostri “postgiudizi”. Chiamiamoli per quel che sono: bilanci poco lusinghieri su alcune delle tue iniziative, dei fatti che risultano dalla tua attività amministrativa. Ma questo, Matteucci, fa parte del nostro mestiere: esporre progetti e annunci pubblici, verificarli, metterli in fila, valutare coerenze o incongruenze, raccogliere testimonianze, rammentare scadenze o promesse  disattese. Questioni fattuali, non preconcetti o interpretazioni pregiudiziali. Lo facciamo nel rispetto dei nostri lettori (che sono anche cittadini ed elettori di Ravenna), delle finalità della libera informazione e delle regole professionali.  Mi dispiace Fabrizio ma se per te la buona fede (che per noi è l’etica professionale) non è sufficiente a garantire l’autenticità del nostro lavoro, possiamo ribaltare il concetto rammentandoti che la buona fede (anche in tempo di crisi) non è necessariamente sufficiente per fare sempre e con efficacia buona amministrazione.
Ma c’è ancora tempo – come ti sei ripromesso – per «fare, fare bene, fare sapere». Vedremo.
Quindi, in bocca al lupo per gli anni che ti restano da governare come sindaco la nostra città.
In fondo, è un augurio rivolto un po’ anche a tutti noi.

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