E ora come si comporterà il centrodestra sul territorio?

Questa volta nemmeno Ravenna è stata indenne. Del resto, che l’uninominale non fosse un collegio sicuro per il Pd lo si è visto dal fatto che, contrariamente a quanto accaduto in passato, per Ouidad Bakkali fosse previsto un “paracadute” proporzionale con cui poi è stata effettivamente eletta alla Camera. Una manciata di voti è stata sufficiente a far eleggere una candidata di centrodestra completamente sconosciuta, essendo forlivese. Del resto una ravennate, Marta Farolfi, sempre di FdI, è stata invece eletta nell’uninominale al Senato di Rimini. E anche per lei era previsto il para”cadute”. Segno che nemmeno il centrodestra si aspettava davvero questi risultati storici.

Del resto, come ha detto il segretario del Pd Barattoni, se si guarda la tendenza del voto negli ultimi anni fare previsioni era difficile. Non è forse azzardato dire che anche qui, nel piccolo della provincia, si è in qualche modo riprodotto il meccanismo di una tendenza registrata a più latitudini: nelle città si vota centrosinistra, o labour, o democratico, più che nelle campagne, dove vincono la destra, i convervatori o i repubblicani. Nella grandi città chiamano il Pd il partito della Ztl, in provincia è emerso come il partito dei centri urbani maggiori. Il forese di Ravenna e molti tra i comuni più piccoli hanno visto prevalere il centrodestra. Indipendentemente dal fatto che ci fossero candidati non del territorio.

Un fatto questo che di per sé meriterebbe un’analisi accurata soprattutto alla luce del fatto che tra diciotto mesi si voterà in quattordici comuni, tra cui tre sopra i 15mila abitanti. A Lugo e Bagnacavallo arrivano a scadenza del secondo mandato i sindaci Pd in carica, a Cervia per il centrosinistra si tratta di ripetere il “miracolo” delle scorse elezioni. In quel caso, in particolare, si può dire che fu più il centrodestra a guida leghista a perdere e piuttosto clamorosamente. Ora, cosa saprà fare il nuovo centrodestra a guida Fratelli d’Italia? Saranno loro in grado di costruire una potenziale classe dirigente credibile per i territori? Perché si è visto bene, quando si va alle amministrative, i candidati contano molto più che alle politiche. E finora, salvo il caso della piccola Brisighella, l’opposizione alle coalizioni a guida Pd non sono state in grado di organizzarsi in modo credibile per gli elettori. L’ondata di consenso per Giorgia Meloni riuscirà a ricadere e radicarsi a livello locale, a differenza di quanto abbiamo visto accadere negli ultimi anni con la Lega di Salvini? Anche perché c’è da scommettere che dal canto suo il Pd eviterà di ripetere gli errori fatti a livello nazionale in termini di apparentamenti e coalizioni e al solito, tra liste più o meno civiche e accordi su programmi e nomi, si presenterà in formazioni ampissime dove ora più che mai anche l’1 percento dei voti potrà fare la differenza. Con tutto ciò che ne consegue.

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