Forse qualcosa non va con i bidoncini della differenziata, ma Hera pare intoccabile

I contenitori della raccolta rifiuti invadono i centri storici che vorrebbero attrarre turisti, si ammucchiano anche all’ingresso dei luoghi di enogastronomia. E nel forese a volte restano addirittura fino al tardo pomeriggio. Ma nessun amministratore che abbia mai osato criticare l’azienda. L’appalto vale un miliardo di euro, ma i sindacati denunciano condizioni di lavoro insostenibili

L'ingresso del mercato coperto di Ravenna in piazza Costa nel pomeriggio del 23 marzoHouston, abbiamo un problema con i bidoncini per la raccolta differenziata del rusco a domicilio. È palese a chiunque abbia un po’ di lucidità di ragionamento non ottenebrata da ideologie, ma chi governa il territorio locale finge di non accorgersene perché bisognerebbe richiamare Hera. E invece a memoria d’uomo non si ricordano bacchettate alla multiutility. Un moloch intoccabile.

IMG 1706La raccolta rifiuti porta a porta è apparentemente l’unico sistema per far salire i dati della lodevole differenziata. L’estensione del servizio sul territorio lo dimostra, ma ha anche fatto proliferare la presenza di questi affari di plastica colorata. Qualcuno li chiama waterini. Soprattutto i grigi ricordano dei piccoli cessi. Li troviamo accanto ai cancelli arrugginiti delle case nel forese e accanto ai portoni eleganti nei centri storici. Ormai punteggiano il panorama urbano e di campagna.

Ci sono zone del forese dove restano in bella vista fino a tardo pomeriggio perché il camion della raccolta non si vede fino a quell’ora. A volte capita anche che salti proprio il turno di ritiro. E il massimo che si può fare è una segnalazione tramite l’app di Hera la cui utilità resta avvolta nel mistero. Ma tanto quella è la campagna, non vorremo mica stare a fare questioni di decoro in campagna.

Enrico Randi in via Mazzini a LugoMa non è che nei centri vada tanto meglio. A Lugo, per esempio, appena introdotti a marzo 2022 erano finiti nel mirino di alcune liste di opposizione, indignate dallo squallido spettacolo. Ma dalla maggioranza tutti zitti. Vorrai mica dare credito a quegli scappati di casa della minoranza. Ora il tema lo ha sollevato Enrico Randi, candidato sindaco fuori dagli schemi e mina vagante. La sua è stata una domanda tanto semplice: vi sembrano così belle quelle cataste di bidoni sotto i portici? E di nuovo nessuno ha risposto. Vorrai mica dare credito a quel giullare. Randi sarà pure sopra le righe e un po’ burlone, ma allora perché dagli altri schieramenti, in particolare da quello che attualmente è al governo della città, non arrivano suggerimenti su come migliorare lo spettacolo? Vabbè, ma tanto a Lugo non c’è mica turismo, quelli stanno nella Bassa.

IMG 1438In realtà è assurdo stupirsene. Basta pensare che il mercato coperto di Ravenna – che piaccia o meno, l’unico intervento significativo di riqualificazione in centro in tempi recenti – si ritrova con l’ingresso principale in piazza Costa circondato da cassonetti dell’immondizia, da quelli classici su ruote a quelli geniali interrati con imboccatura che si erge sopra l’asfalto. Possibile che per l’assessorato al Turismo sia una bella cartolina? Forse non piace a Coop Alleanza e Molino Spadoni che hanno investito 12 milioni in quell’edificio, visto che hanno attaccato un volantino a tutte le bocche delle isole interrate per dire che loro non le hanno mai usate – perché hanno i cassonetti sul retro – e invitano i cittadini e gli esercenti a un maggiore decoro «in questa piazza per la quale sosteniamo il pagamento del suolo pubblico».

Tutto questo mentre i sindacati denunciano condizioni di lavoro scadenti per il personale, costretto a turni lunghi, a mansioni pesanti e retribuzioni scarse. Sarà per caso che con più personale si potrebbe fare un servizio migliore? Chissà.

La differenziata sarà pure una necessità che ci chiede il pianeta, ma – per dirla con un pizzico di qualunquismo – pare davvero difficile da credere che mandiamo razzi su Marte e non troviamo niente di meglio di un waterino. O magari va bene così, ma ce lo dicano.

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