Progetti in ritardo, elezioni e proposte rivoluzionarie Seguici su Telegram e resta aggiornato «Sto imparando che nei lavori pubblici l’imprevisto è all’ordine del giorno. E che, in generale, le tempistiche che si presuppongono sono sempre “senza intoppi”, ma poi…». Me lo scrive uno dei nuovi sindaci eletti in provincia durante la scorsa tornata elettorale, a cui chiedevo informazioni sui principali progetti che vedranno la luce nel 2025, per preparare l’approfondimento di copertina del primo numero dell’anno del nostro settimanale (che si può scaricare, leggere e sfogliare a questo link), che vuole essere una panoramica di quello che ci aspetta in questo 2025 di concreto, che potremo toccare con mano. Grande spauracchio dei sindaci di mezza provincia, in questo senso, è il palasport di Ravenna, in ritardo di anni e – notizia di questi giorni – con i costi balzati da 15 a 24 milioni di euro. Il Comune capoluogo è stato d’altronde parecchio “sfortunato” in diversi progetti (basti pensare che anche quelli realizzati, come gli uffici comunali di via Berlinguer, sembrano fare acqua da tutte le parti, verrebbe da dire, considerando anche l’ultima notizia che abbiamo pubblicato sul nostro sito relativa ai guasti nei bagni), non ultimo un semplice parco da realizzare in un’ex caserma abbandonata, aperto al pubblico solo nei giorni scorsi con tanto di invito alla stampa, con (4) anni di ritardo e ancora senza erba né alberi, per uno strano effetto tragicomico finale. Il 2025, però, per noi ravennati sarà soprattutto l’anno del nuovo sindaco, con il centrodestra che in maniera piuttosto clamorosa a pochi mesi dalle elezioni ancora non ha individuato il proprio candidato, forse ancora troppo spaventato per l’esito delle recenti Regionali che hanno incoronato (un’altra volta) De Pascale e il centrosinistra. E dire che la città, oltre ai progetti mancati, ne avrebbe di criticità da discutere, a partire da una sorta di mancata manutenzione e cura generale che anche il centrosinistra non può fare a meno di constatare, a causa di una mancanza di fondi, destinati (meritoriamente, va detto) a cofinanziare piuttosto opere più importanti, nell’ambito del Pnrr. Ma il decoro, le condizioni di marciapiedi e piste ciclopedonali, i rifiuti fuori dai cassonetti, potrebbero incidere sul voto per alcuni punti percentuali (più perfino delle alluvioni, viste come un problema sovracomunale). Nell’anno in cui, quasi sotto silenzio, Ravenna si appresta tra l’altro a sperimentare la tariffa puntuale (a Cervia è già in vigore in tutto e per tutto, forse perché nella città del Sale si è già votato…). Un consiglio non richiesto per la campagna elettorale? Fare come Faenza e rendere gratuito il trasporto pubblico: sarebbe una proposta davvero rivoluzionaria da queste parti, da accompagnare con una riorganizzazione del servizio e una complessiva campagna di sensibilizzazione. E a proposito di bus, non può mancare un riferimento a Marina di Ravenna, dove la prossima estate tornerà il senso unico su viale delle Nazioni, in una località – come ha ribadito il presidente della pro loco in uno sfogo in questi giorni – che avrebbe però bisogno di altro, di riqualificazioni strutturali (tra l’altro promesse da tempo) per un rilancio concreto, quanto mai necessario. Total0 0 0 0 Forse può interessarti... Dopo il risultato della Liguria, cosa aspettarsi dalle elezioni in Emilia-Romagna? Che spettacolo la democrazia Tra cementificazione ed emergenza casa Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri editoriali