Di promesse del pubblico si muore

Alessandro MontanariHa fatto scalpore e anche ar­rabbiare qualcuno Cecilia Eckelman Battistello all’inaugurazione delle quattro nuove gru nella banchina di Tcr, il terminal container di Raven­na. Per chi non lo sapesse, Bat­tistello è l’amministratore delegato di Contship Italia, uno dei maggiori player europei del traffico container. Il gruppo è socio di minoranza insieme a Sapir e quindi – facendola breve – con il Comune nella stessa Tcr.

Cos’è successo all’inaugurazione? La manager ha detto una cosa abbastanza scontata e cioè che le super gru servono a movimentare carichi di vasta portata ma potrebbero essere inutili se poi le navi che trasportano quei carichi non arrivano a causa dei fondali bassi. Ai rappresentanti degli enti locali le parole di Battistello sono andate di traverso perché insomma: si era in un contesto di festa, si inauguravano le gru e tra Comune e Ap è appena tornato il sereno, il progettone-bis è stato portato a Roma e se tutto va bene dal 2019 si scava. Parole che però Battistello sente da almeno 15 anni e lo ha ricordato. Anche se socio di minoranza, Contship è troppo importante per il già non troppo brillante traffico container nostrano e non è azienda a cui si può dire “arrivederci e grazie”, anche perché in questo caso probabilmente aumenterebbero le quote di traffico su La Spezia, altro terminal del network Contship e rivale di Ravenna per quanto riguarda il bacino di utenza emiliano. La mancanza di una strategia di lungo termine, i tempi faraonici, le opere annunciate e mai costruite non sono elementi che possono piacere a chi investe ed è un peccato che in molti si arrabbino di fronte a questa evidenza anziché fare mea culpa.

A De Pascale va tuttavia dato atto di una certa concretezza (ad esempio ha definito fantascientifico lo spostamento della stazione e lo ha tolto da un estenuante dibattito) e quindi ha il diritto al beneficio del dubbio sulle infrastrutture ma è anche comprensibile che il privato si stizzisca di fronte alle sole parole sentite per anni. Vedremo come finirà ma a puro titolo di esempio ricordiamo un’altra storia: nel 2008 fu demolito il Baretto di Marina di Ravenna e le istituzioni si impegnarono per un suo ritorno in tempi brevi nella stessa posizione. Bene, il cantiere è stato aperto solo ad ottobre, i lavori dovrebbero finire a marzo e solo la tenacia dei gestori riporterà uno dei più noti locali della riviera al suo posto dopo dieci anni. Di promesse del pubblico si muore, lo sanno bene gli investitori, tutti sulla stessa barca in questo caso, sia quelli che guidano grandi gruppi internazionali sia le piccole imprese. ‘A livella, direbbe Totò.

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