Province: ma siamo certi che alla fine ci convenga?

Il caos che c’è in Provincia in questo inizio anno non è facile da capire, ma merita lo sforzo perché riguarda un po’ tutti, non solo quei “privilegiati” dei dipendenti pubblici che, è vero, non rischiano il posto di lavoro a differenza di tanti lavoratori del privato, ma è altrettanto vero che, almeno da queste parti, lavorano, che non vedono un aumento di stipendio da anni (stipendi peraltro non faraonici) e che ora rischiano addirittura di restare senza, quello stipendio. Sono lavoratori ma di questi tempi si sa, non è che i lavoratori sono tutti uguali. Comunque no, non è per loro o non solo per loro che vale approfondire il tema. Ma piuttosto perché la vicenda rappresenta un po’ un caso di scuola su come si possano ricevere gli applausi per una cosa, e alla fine farne un’altra. Perché la presunta abolizione delle Province che da molti era stato creduto un taglio ai costi della politica sta rischiando di diventare un taglio ai servizi, servizi che però nessuno nel frattempo si è preso la responsabilità  di definire “inutili” o “superflui”. Non c’è stato alcun riordino, alcun disegno, alcun progetto preventivo. C’è stata la scure. Una scure che costringerà gli enti locali ad appaltare  meno lavori e offrire meno occasioni di lavoro sul territorio ma che, qui la vera magia, non si tradurrà in alcun modo in un risparmio per chi abita nel suddetto territorio. Cioè, la cosa che forse rischia di passare inosservata e non dovrebbe è che tutto questo non servirà a restituire un solo euro nelle tasche dei cittadini che continueranno a pagare le tasse come se le Province esistessero tali e quali prima, solo che invece che restare qui, quei soldi andranno a Roma. E qui chi resta vedrà come tamponare e arrangiarsi.  Il tutto mentre Premier e ministri continuano a dire che stanno dando sempre più autonomia ai Comuni che potranno decidere quanto tassare e come spendere. Ma avendo sempre meno risorse a disposizione e sempre più servizi da garantire.
Ecco, la domanda è: siamo sicuri che alla fine ci sia convenuto? Anzi, non è esattamente l’opposto di ciò di cui ci sarebbe stato bisogno, e cioé un riordino delle competenze e qualche risorsa in più da spendere? Di certo un sospetto è lecito: se a prendere misure come queste fosse stato Berlusconi i nostri politici e amministratori locali, tutti del Pd, avrebbero protestato pubblicamente con forza, scendendo in piazza, spiegando urbi et orbi che no, così proprio non si fa. Lo hanno fatto in passato, non lo stanno facendo più. Perché è il loro partito, e il loro partito sta facendo quello che secondo loro non sarebbe mai stato giusto fare. Difficile sbrogliare la matassa  politica, di questi tempi.

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