Quante altre mosse invece di una querela…

Andrea AlberiziaSe un politico di opposizione spara ad alzo zero contro la dirigenza di un’associazione di categoria accusandola di agire da tempo come una sorta di ufficio collocamento dove il partitone di governo parcheggia i segretari delle sue formazioni giovanili con stipendio a carico degli associati, in linea teorica la suddetta associazione di categoria potrebbe reagire in due maniere: incassare il colpo in silenzio se la critica è fondata oppure replicare con la doverosa dose di fastidio mettendo in pubblico i fatti che smentiscono l’accusa. Perché nell’agone politico, quando le critiche sono accese ma hanno la decenza di non sfociare nell’insulto, sarebbe sano un confronto sui contenuti. A Ravenna la Confesercenti ha querelato l’ex capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio comunale per diffamazione. Tutto nasce a fine giugno dal commento del pentastellato alla nomina in giunta comunale di un funzionario di Piazza Bernini che prima di intraprendere l’incarico sindacale è stato segretario della sinistra giovanile. A scanso di equivoci: la cosa non è vietata, l’assessore è stato una delle poche novità nella squadra di governo e ha ricevuto deleghe affini alle materie trattate in precedenza. Non sarà vietato ma politicamente è comprensibile che l’opposizione punti il dito sulla scelta. Soprattutto se questa si inserisce in un solco ben tracciato: tre ex segretari delle sezioni giovanili di Ds-Pd sono migrati tra le fila di Confesercenti. Verrebbe da citare quel «distinti ma non distanti» che è tutto un programma, usato da un parlamentare ravennate per inquadrare tempo addietro  il rapporto tra Pd e cooperative. E allora in uno scenario di questo tipo non pare poi così fantascientifico che qualcuno, nel diritto di critica politica, sollevi dubbi sull’indipendenza dell’associazione rispetto all’amministrazione guidata da un partito distinto ma non distante e sull’imparzialità di quella associazione. Della querela si è saputo dalle pagine della rivista di Confesercenti. Poche righe senza entrare nel merito (dopo l’uscita M5s c’era stata solo la precisazione che il neoassessore era in aspettativa). E dire che l’associazione avrebbe pure potuto pescare nella stessa campagna elettorale qualche caso da citare per cancellare i sospetti di acquiescenza: si poteva partire proprio da uno dei tre ex segretari che era schierato con una lista di sinistra anti-Pd e proseguire con l’altro rappresentante nazionale schierato accanto al grillino accusatore. I sintomi di un dibattito interno c’erano: Confesercenti ha dovuto precisare che il parere dell’associazione sarebbe stato solo quello espresso dai dirigenti incaricati. Poteva bastare tutto questo, senza entrare in tribunale.

Ravvena&Dintorni: l'editoriale
EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
CENTRALE LATTE CESENA BILLB LATTE 25 04 – 01 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24