Quel gran mito della piadina

Fausto PiazzaCon la cultura non si mangia? Beh, con la piadina eccome. Dei due pilastri della presunta e invocata rinascita economico-turistica del Belpaese – il patrimonio artistico/culturale e i prodotti tipici enogastronomici – il primo arranca con poche prospettive, il secondo se la passa decisamente meglio, almeno con la pancia piena.
Non è un caso che nell’epoca della “crisi infinita”, scomparendo certi lavori, c’è chi si improvvisa esercente: dal barettino che fa i centrifugati al ristorante trendy o vegano, passando appunto per la piadineria. Lo dimostrano gli elenchi delle Camere di Commercio, anche se l’improvvisazione sovente non fa un’impresa. Co­munque sia, quello che era un cibo di strada provinciale è diventato in pochi anni un mito della gastronomia tipica italiana, anche oltralpe.
Il popolo non vuole più il pane? Dategli della piadina… A proposito di popolo che spopola, quello dei social network, è li che si misura il vero successo, la mitizzazione di questo alimento romagnolo, che nell’olimpo dei mangiari locali ha superato i ben più sontuosi cappelletti e le tagliatelle al ragù. A quanto pare, nel 2014, la parola più cliccata sul Google in Italia, nel campo “ricette” è stata proprio “piadina”. Lo certifica ufficialmente il colosso internet di Mountain View che a fine anno pubblica le statistiche del motore di ricerca. Qualcosa vorrà pur dire, come nel caso di Trip Advisor, la discussa app che consente di commentare e orientarsi fra le offerte di ristorazione di una determinata città, disposte in classifica. A Ravenna, nelle primissime posizioni spuntano sempre dei chioschi di piadina. Hai voglia di cercare un ristorante. La preferità è sempre lei. Ormai disponibile in ogni tipo di farcitura possibile e inimmaginabile. Di recente la piada ha ottenuto anche il marchio Igp dalla Ue, qualche gourmet e gastrosofo ha storto il naso spiegando che la tutela non è qualificante ma solo un incentivo al business industriale. Un viatico all’internazionalizzazione. Embé, saranno i consumatori a diffidare delle imitazioni. Anche per la piadina come per tutti i miti c’è qualcosa da sfatare. Ad esempio la sua presunta antichissima origine. Ma stiamo parlando di indigeribile “pane da indigenti”, fatto con farine al limite del commestibile. Quella che conosciamo qui in Romagna nasce con la farina bianca disponibile con il boom economico nel dopoguerra. Altro che tradizione secolare…
Però i miti una volta innestati nel corpo sociale sono intoccabili, danno assuefazione: portatemi via tutto ma non la mia piadina con la nutella.

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