Quella maestra non doveva essere sospesa?

Può una maestra accusata di aver insultato e strattonato alcuni bambini della sua classe continuare a insegnare, anche dopo il rapporto dettagliato di una sua collega in cui si parla di bambini in lacrime e sofferenti e in cui praticamente si dice di averla sentita vaneggiare? Tutto sta nella risposta a questa domanda.
Tenendo ben fermo il diritto per tutti a essere considerati innocenti fino a prova contraria. Ma può, ripeto, una persona che lavora a stretto contatto con i bambini, che dovrebbe essere per loro un esempio, continuare a farlo indisturbatamente dopo denunce e segnalazioni così dettagliate come queste? La risposta – vi risparmio di dover arrivare per forza in fondo all’articolo – secondo me è semplicemente no. E questo non vuol dire che la si sarebbe dovuta licenziare alla prima lamentela. Né giustificare i bambini, che certo a volte la sparano grossa o altre semplicemente esagerano e soprattutto ai giorni nostri pare che l’abbiano sempre vinta, come sostengono i soloni del web. No, significava semplicemente, con delicatezza, sospendere per qualche giorno quell’insegnante in attesa di fare indagini approfondite, evitando che faccia altri danni, nella sventurata ipotesi che qualche danno l’abbia fatto. Magari si poteva intanto almeno parlarci, con quella supplente. Ma pare che dopo duesettimane dai fatti né la preside né dal Provveditorato nessuno l’abbia incontrata, mentre ci viene detto che questi sono i normali tempi burocratici per le indagini (due settimane dopo, ripeto, come se niente fosse), dando così l’impressione di vivere un po’ in un’altra epoca. E dire che noi siamo riusciti a parlarle  faccia a faccia il giorno stesso che abbiamo appreso la notizia. E da quella intervista credo si evinca che si tratta di una persona perlomeno in un momento delicato della propria vita, che forse avrebbe bisogno di sfogarsi da qualche altra parte, che forse sarebbe meglio non cercasse di spiegare ai bambini le difficoltà dei loro genitori del sud, né si scandalizzasse sempre con gli stessi bambini di vederli sprecare tempo e soldi al bar. Testuali parole. Questa è la mia opinione inserita nella pagina delle opinioni di questo giornale, di cui mi prendo la responsabilità. Ma mi sento di respingere al mittente le accuse di allarmismo o di gogna mediatica rivolte alla stampa in questi giorni da qualcuno (velatamente anche dall’assessore all’Istruzione del Comune): quello che abbiamo cercato di fare è semplicemente riportare un fatto di interesse pubblico fornendo tutte le versioni delle parti in causa senza nascondere nulla. Avendo anzi la premura di non indicare nome e cognome della persona coinvolta.

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