Rifiuti troppo poveri o braccio di ferro?

Andrea AlberiziaSe va deserto un bando di gara per la ricerca di un fornitore è il caso che chi manovrava le leve di quel bando si faccia qualche domanda su cosa è andato storto. Se il bando che va deserto è riconducibile alla pubblica amministrazione ed è per un servizio al tempo stesso delicato e fondamentale come la raccolta dei rifiuti urbani allora le domande devono essere urgenti. Per la gara bandita da Hera (azienda a controllo pubblico) per trovare un soggetto cui subappaltare la raccolta del rusco nella provincia di Ravenna non è arrivata nessuna offerta. Nemmeno quella del raggruppamento di imprese, capeggiato dalla cooperativa ravennate Ciclat Trasporti Ambiente, che sta attualmente svuotando i cassonetti e li svuotava fino allo scorso marzo prima di una sciagurata parentesi targata Biancamano. Sì, si tratta della gara già aggiudicata un anno fa ma ora rifatta da capo perché l’ultimo concorso concluso con un avvicendamento del gestore aveva portato un grande caos per un mese a cavallo di aprile e maggio, appena diventata operativa la nuova azienda che aveva preso il posto di Ciclat e sorelle. Perché ora gara deserta? Base d’asta troppo bassa o braccio di ferro in corso? «Qualche volta se piove merda e qualcuno deve metterci un ombrello… chi chiamerai?», dice Bill Murray in Ghostbusters. A Ravenna la merda non pioveva ma stava in terra e Hera ha chiamato Ciclat quando serviva qualcuno che ci mettesse scopa e paletta. Il risultato ottenuto ha aumentato la leva contrattuale in mano alla coop. Ma la partita oggi è troppo delicata perché la politica la consideri una diatriba tra aziende. Il 27 aprile scorso, con la rumenta che si ammucchiava agli angoli delle strade, nelle redazioni arrivava un comunicato: «MAI PIÙ. Mai più disservizi, neanche temporanei, nella raccolta rifiuti. Mai più gare gestite in maniera inadeguata. Mai più selezione di fornitori con scarsa professionalità. Mai più sono le parole che vogliamo sentire da Hera». Il 13 maggio scorso, a poche ore dall’annuncio della risoluzione tra Hera e il gestore che aveva combinato qualche pasticcio di troppo, un altro comunicato: «Se sarò eletto lavorerò con tutte le mie energie per aprire, di concerto con gli altri sindaci, una nuova fase dell’azienda Hera che recuperi lo spirito e gli obiettivi per cui è stata costituita: SERVIZI PUBBLICI DI QUALITÀ, PREZZI EQUI, SVILUPPO SOSTENIBILE DEL TERRITORIO». I maiuscoli sono originali, la firma di entrambi era di Michele de Pascale. Che è stato poi eletto.

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