Un anno fa via al rigassificatore, ma l’eolico ancora attende

Per l’impianto al largo di Punta Marina bastarono 120 giorni per l’intero iter autorizzativo e le autorità assicurano che è stato fatto a regola d’arte, il percorso del parco offshore invece è cominciato anni prima ma ancora non ha ottenuto il sì definitivo

BW Singapore Bird View 2 1È passato un anno da quando a Bologna venne firmato, da parte del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, il decreto di approvazione per il rigassificatore da installare nelle acque al largo di Punta Marina.

Quando firmarono il decreto, fu tutto un gongolare delle autorità, così contente di aver completato l’iter autorizzativo in soli quattro mesi. «Abbiamo dimostrato che si può fare bene e in tempi brevi, nel pieno rispetto delle norme e della legalità», commentò il sindaco Michele de Pascale.

Nei dodici mesi che sono passati dalla firma sono partiti i cantieri per arrivare alla messa in opera fra un anno. In questo tempo invece non si è vista una cosa: la firma al decreto per il parco eolico Agnes in mare. Non si è vista perché non c’è stata, sebbene sia passato il triplo del tempo che è bastato per il rigassificatore e sebbene questo sia tra i progetti green che secondo buona parte degli amministratori locali andrebbero incentivati. E si badi bene, Agnes aspetta una risposta da anni: venne presentato pubblicamente a febbraio 2021.

Lo stesso primo cittadino ravennate, mentre festeggiava l’ok al rigassificatore, esprimeva un auspicio: «Vorremmo che analoghe procedure serie e veloci siano messe in campo anche per l’altro grande progetto energetico a Ravenna, quello del parco eolico in mare». E il 23 ottobre, nel suo discorso all’apertura di Omc, lo stesso sindaco si è detto stupito che il modello rigassificatore non sia stato applicato per Agnes. Se è stupito lui che ha incarichi amministrativi a livello locale e non solo, si figuri quanto siamo stupiti noi. 

A qualche osservatore un po’ sfiduciato nella politica, uno di quelli che la politica dice di voler riconquistare, potrebbe venire il dubbio che tutto quel sostegno al progetto Agnes sia solo una facciata. Greenwashing, direbbe Greta Thunberg. Se sono bastati quattro mesi per un progetto che aveva anche una tifoseria contraria, come possono non bastare anni per un progetto che pare non avere nemici? Sarebbe bello che qualcuno ce lo spiegasse senza usare la facile scappatoia della colpa delle burocrazia, che equivale a incolpare tutti e nessuno.

Le spiegazioni, ad esempio, potrebbe darle qualcuno di Coraggiosa, la lista di sinistra dichiaratamente ambientalista che esprime l’assessore titolare della delega alla Transizione energetica. Oppure anche il Movimento 5 Stelle che fa parte della stessa giunta con un assessore al Verde pubblico e alla riforestazione. A ottobre di un anno fa i rispettivi consiglieri votarono sì al rigassificatore in consiglio comunale.

Sarebbe interessante anche un’altra spiegazione. Se il rigassificatore è una tale manna dal cielo di cui non avere paura, come mai nessun amministratore locale si è sbracciato per far arrivare a Ravenna anche quello che nel 2025 dovrà lasciare Piombino?

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