Riscatto della Capitale e della Darsena

Fausto PiazzaChe il Darsena Open Show, la festa organizzata dal Comune per celebrare la Capitale Italiana della Cultura 2015, sia stato un successone è innegabile. 10mila persone, e forse anche più,  hanno affollato le banchine allestite e animate da vari eventi per l’occasione e il clima era veramente festoso e rilassato. Tutto in una notte, in molti hanno commentato, una Ravenna così non si era mai vista. Il fenomeno, peraltro inatteso almeno in queste dimensioni, riscatta e corrobora il clima di sfiducia e di scetticismo che avevano segnato la sconfitta della candidatura di Ravenna 2019 e l’annosa questione del recupero e della rivitalizzazione delle aree affacciate sul Candiano. Sulla sfida mancata della capitale europea (che però ha portato a Ravenna il titolo di capitale italiana e un milione di euro) si può ora affermare senza rimpianti o rancori che ne valeva la pena. Se ne è parlato poco, e stancamente, ma va sottolineato che oltre il 50% di quella dote è stata indirizzata in interventi infrastrutturali, che potranno non soddisfare tutti ma valorizzano stabilmente spazi culturali cittadini, a partire da Palazzo Rasponi che sarà al centro del secondo evento, in autunno dedicato a Ravenna 2015. Dopo essere stati “rampognati” per l’avventura del 2019 ora anche il coordinatore Alberto Cassani e il sindaco Matteucci, che sul progetto hanno creduto, lavorato e insistito sono rinfrancati giustamente nella reputazione. E probabilmente l’eredità di quella scommessa potrebbe influenzare positivamente Ravenna più di quanto si possa credere. Un primo esito è appunto quello di aver incrociato, attraverso un’offerta equilibrata di cultura, divertimento e convivialità, una domanda di partecipazione e di conoscenza, e la disponibilità di cittadini e turisti di “occupare” e “frequentare“ in modo aperto e curioso l’area urbana del Candiano.
Certo non si ricostruisce un grande e nuovo quartiere sull’acqua solo con feste popolari, seppure ricche di eventi e ben organizzate, ma intanto si è sfatato il pregiudizio dei ravennati terricoli e insensibili al fascino di una promenade sull’acqua. Le potenzialità della Darsena sono enormi, così le idee e i capitali che serviranno per restituirla a nuove funzioni urbane, turistiche, culturali e di ospitalità. Sarà compito del Comune e soprattutto dell’imprenditoria privata, favorire, incentivare e investire con coraggio su tale opportunità. È evidente che un pezzo importante del futuro di Ravenna passa da quelle parti. E ora non c’è più tempo da perdere per farne un valore di rigenerazione e innovazione, piuttosto che un luogo di abbandono e degrado.

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