Noi romagnoli no, non ci rialzeremo da soli

Un’intera regione sotto choc, un territorio, quello ravennate, colpito due volte in rapida successione, con questo secondo episodio di dimensioni incalcolate e forse incalcolabili, mentre attorno, Cesena e Forlì non se la passano meglio.

Un evento mai verificatosi prima, continuano a ripetere governatori e anche scienziati. Ma questi ultimi avvertono: sarà sempre più frequente. Nulla insomma ci garantirà che l’evento non si ripeterà. E questo prima ancora che l’emergenza sia finita.

Accanto alle vittime ai cui familiari va ovviamente la vicinanza di tutti, resteranno persone che hanno perso la casa, i ricordi, le aziende. Bambini e anziani, adulti che hanno improvvisamente scoperto che la casa dove vivono è a rischio.

Mentre andiamo in stampa si susseguono le ordinanze di evacuazione, sono aperti cinque hub nel solo comune di Ravenna, elicotteri girano incessantemente nei cieli. Nessun treno attivo. Uno scenario da apocalisse, per certi versi. E la tentazione di qualche slogan di incoraggiamento è dunque comprensibile. Noi romagnoli siamo gente capace di risollevarci, nulla può spezzarci, ce la faremo anche questa volta, eccetera eccetera. E certo, ce la faremo.

Ma un po’ come è successo con il Covid, non ce la faremo da soli, nessuno potrebbe farcela da solo. Abbiamo e avremo bisogno di aiuto, tanto aiuto, per rimettere in piedi le città, le aziende, le strade, le colline. E poi per capire come evitare che la prossima volta l’impatto sia altrettanto violento e devastante, come sia possibili minimizzare il danno, visto che pare non sia possibile evitarlo.

Abbiamo costruito troppo, dicono in tanti, non abbiamo fatto la manutenzione necessaria, dicono alcuni. Ma tutti concordano sul fatto che si è trattato di un evento che si è generato lontano da qui e le cui cause vanno cercate nel surriscaldamento terrestre globale.

In ogni caso, ancora una volta se c’è una lezione da imparare da un dramma collettivo è che se ne esce solo insieme, attraverso la politica e la gestione di beni comuni, che siano la salute o il territorio. Scorciatoie non ce ne sono. Non sarà un miliardario di turno con una generosa elargizione a salvarci in futuro, ma una scelta oculata di come spendere e investire risorse collettive per il bene di tutti. Sarebbe bene ricordarlo anche quando non ci sono emergenze in corso.

Ravvena&Dintorni: l'editoriale
EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
CONSAR BILLB 02 – 12 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24