Tutti contro lo sci. Ma se avessero chiuso le spiagge?

 

«Possibile che il tema principale al centro del dibattito naziona-le in questi giorni sia la settimana bianca in montagna e la con-seguente apertura o chiusura delle piste da sci?». Si chiedono con tono sarcastico gli scandalizzati di turno, anche dalle nostre parti. Dove eppure si dovrebbe sapere cosa comporta la chiusura di un comparto che dà da vivere a migliaia e migliaiadi famiglie. E che, nel caso specifico, metterebbe in ginocchio l’intera economia della montagna, oltre che a rischio la sua“manutenzione”.

Per quanto faccia davvero fatica a immaginarmi crollare l’economia di Courmayeur o cittadini improvvisamente costretti a dormire sotto i ponti di Cortina d’Ampezzo, bisognerebbe cercare di capire cosa sarebbe successo in questi giorni per esempio a Cervia se anche il mare e le spiagge, la scorsa estate, fossero stati chiusi dal Governo. Se la stagione fosse saltata completamente. Forse sarebbe morto il virus, dicono alcuni, senza riuscire però a restare seri. Di certo saremmo qui a raccogliere macerie, visto che già ora c’è la fila alla Caritas o agli empori solidali di persone che – ci dicono gli stessi operatori – sono rimaste senza il lavoretto stagionale o comunque non hanno potuto contare sul turismo e il suo indotto (per quanto pieno di ingiustizie e di “nero”). Al termine, ricordiamocelo, di una stagione che comunque è stato fortunatamente possibile portare a termine oltre ogni più rosea previsione.

Ecco, non sono qui a gridare che ora bisogna andare tutti in montagna e aprire le piste da sci. Però non vorrei neppure passasse il messaggio che dobbiamo restare chiusi in casa finché non sarà tutto finito. Perché poi finirà davvero tutto, ma in un altro senso. L’auspicio è che anche il settore turistico, quello dei pubblici esercizi, del tempo libero, della cultura, possa tornare a lavorare il prima possibile, seguendo regole stringenti, anche molto stringenti. Ma che si possa andare, se non a sciare, perlomeno a mangiare in un ristorante in sicurezza, in un museo, o anche solo a fare una passeggiata lontano dagli assembramenti anche se in un comune o una regione diversi dai propri, senza rischiare per questo una multa, come capita invece ora. Ci sono anche vie di mezzo, insomma, tra l’estate senza regole e il “tutti a sciare”.

A meno che non arrivi il colpo di genio che auspica qualcuno, quello di riaprire le scuole superiori (senza aver risolto i problemi che avevano portato alla lorochiusura) pochi giorni prima del Natale. Quasi a voler incentivare contagi e quarantene di ragazzi e famiglie – si potrebbe dire con una battuta – che poi non avranno più possibilità di uscire di casa. Altro che settimana bianca…

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