Una lezione per tutti, in vista delle Amministrative

Ma quindi, cosa è successo? Perché tutti fino alla sera prima si aspettavano un testa a testa con una possibile storica vittoria del centrodestra e invece Bonaccini ha vinto con uno scarto amplissimo che in province come la nostra è arrivato addirittura ai 10 punti? Ma quindi, questa regione, è mai stata contendibile o per mesi ci siamo raccontati frottole?

Difficile dirlo ora, ovviamente. Ma il dato delle ultime tornate elettorali dava il centrodestra in ascesa, la Lega in crescita costante. E invece, la Lega si è fermata, ha perso addirittura qualcosa. E questo nonostante (o a causa?) la quotidiana presenza del “Capitano” da queste parti.

Alla fine la retorica del “veniamo a liberarvi”, “importiamo il modello veneto” non ha pagato. Anzi. Se c’è qualcuno che il Pd e Bonaccini devono ringraziare per questa vittoria forse è proprio Salvini che ha risvegliato un sentimento generale di appartenenza identitaria, di insofferenza verso modi e toni che forse non hanno molto senso in una regione con la disoccupazione ridotta al lumicino, senza inchieste giudiziarie che coinvolgano l’amministrazione, con una sanità pubblica che sì, insomma, ci sono liste d’attesa troppo lunghe, ma viene comunque garantita a tutti e una qualità della vita mediamente tra le più alte d’Europa (al netto della qualità dell’aria, tema di cui paradossalmente ha parlato forse più la maggioranza in carica che l’opposizione). E in fondo, perché sacrificare tutto questo per mandare a casa il governo? Ci penseranno eventualmente pugliesi, campani, veneti e liguri tra qualche mese, se proprio vorranno.

Insieme a questo, c’è il dato del Pd che torna a crescere. Torna a diventare primo partito. Gli elettori abbandonano l’esperimento ormai fallito dei 5 stelle, disertano la sinistra estrema e nemmeno premiamo troppo la lista civica del presidente che raccoglie i presunti “civici”.

La verità è che dati alla mano, da quando Renzi ha lasciato il Pd, il Pd da queste parti è tornato a crescere. Magari è un caso, magari no.

In ogni caso, qualcosa si può imparare per le prossime amministrative a Faenza. Il centrosinistra dovrà farsene una ragione: tocca stare uniti ed essere in tanti. Anche perché non ci saranno le vitali (a questo giro) Sardine a dare una mano. E si voterà nel pieno di una nuova campagna elettorale che coinvolgerà sei regioni. Salvini non sarà tutti i giorni da queste parti (e questo potrebbe essere un bene per la Lega manfreda), ma sarà tutti i giorni in tv. Per quanto riguarda il centrodestra, la lezione più importante sta forse nel fatto che per rendere l’alternanza davvero un’opzione interessante e credibile, bisogna fare lo sforzo di trovare un candidato credibile. Perché, come si era visto già a maggio 2019, da queste parti quando si parla di amministrative proposte e persone sembrano contare più dell’appartenenza ideologica. E lo stesso varrà per Ravenna 2021.

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