Se l’infermiera avesse avuto un kalashnikov?

Andrea AlberiziaGuarda i giornalisti che gli stanno seduti di fronte, convocati per la conferenza, e dice: «Se adesso tiro fuori un kalashnikov e sparo una sventagliata all’impazzata è probabile faccia qualche morto fra di voi. Ma quindi dovremmo controllare che nessuno abbia un kalashnikov quando entra? La pazzia non è prevedibile». Parole di Andrea Des Dorides, direttore generale dell’Ausl Romagna, all’interno di un più ampio ragionamento cominciato e concluso per spiegare come l’azienda sanitaria non potesse intervenire prima di quanto abbia fatto per fermare una sua infermiera poi accusata dalla procura di un omicidio volontario (e altre 38 morti sono ritenute sospette) all’ospedale di Lugo.
Secondo gli inquirenti la donna era poco incline a tollerare pazienti difficili o parenti assillanti e desiderosa di prevaricazione ai danni dei più deboli. Solo quando si è percepita un’anomalia statistica tra morti e turno di servizio, dice Des Dorides, si è potuto prendere provvedimenti. Il primo interrogativo è di quale pazzia si stia parlando visto che la magistratura traccia un profilo di una donna lucida e pienamente capace di intendere e di volere.
Ma ancora più di questo a noi viene spontaneo chiederci quale sia il collegamento tra una mitragliata improvvisa e 38 decessi sospetti spalmati su tre mesi. E così, nella beata ingenuità di chi in ospedale ci entra per essere curato, ci viene da pensare che il datore di lavoro – azienda pubblica, quindi di tutti – possa avere adeguati strumenti di controllo per capire se una sua dipendente maneggia con troppa allegria fiale di potassio che sono un medicinale ma somministrate in dosi superiori uccidono (che significa più o meno come portarsi in reparto un kalashnikov).
All’Ausl ci tengono a dire che in Medicina a Lugo non sono tutti come quell’infermiera. Ma essersene accorti dopo che questa si è lasciata alle spalle 38 casi sospetti, forse non aiuta l’opinione pubblica. Se la statistica è l’unico strumento in mano all’Ausl per sorvegliare, e dall’Ausl ci dicono che è così, come si sta sicuri?

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