Trasparenza, debiti e notizie da scrivere

Andrea Alberizia“Sputtanatori” è quella andata di gran lunga per la maggiore nella lista delle accuse rivolteci da alcuni lettori sul web, nello spazio commenti del nostro sito o su Facebook, per aver pubblicato online (e ora anche a pagina 11 del giornale che tenete in mano) la notizia dell’avvio di una causa da parte della Provincia contro la proprietà della Caffetteria Ramiro per arrivare allo sfratto e al recupero dei 52mila euro di crediti che l’ente pubblico sostiene di vantare nei confronti del bar installato dal 1983 al piano terra del palazzo di piazza Caduti. A chi si stupisce perché abbiamo dato la notizia forse sfugge che, anche se non se la passa alla grande, la Provincia esiste ancora e, anche qualora non dovesse esistere più, il suo patrimonio magari passerà a qualche altro ente ma continuerà a essere cosa pubblica. Che vorrebbe dire di tutti i cittadini. Prendendo per buona la ricostruzione dell’ente – ricordandosi che il barista contesta solo 14mila dei 52mila euro di presunti debiti mentre sugli altri 38mila riconosce che c’è un ritardo nei pagamenti – è come se il privato imprenditore dovesse quei soldi alla comunità. A chi è suo cliente e quando entra paga 1,10 per il caffè. E a chi non ha mai preso nemmeno un bicchiere d’acqua lì. E della Provincia si potrà pensare che sia inutile e piena di raccomandati ma rappresenta la Comunità e in quanto tale è tenuta a rientrare di quelle cifre. La scelta di procedere per vie legali è stata presa dalla giunta e sta in un documento pubblico, liberamente consultabile online sul sito della Provincia per obblighi di trasparenza imposti al pubblico. A dimostrazione, se ce ne fosse bisogno, che quello tra la Provincia e Ramiro non è un rapporto solo tra privati. E questa stessa trasparenza è cosa nota a qualunque privato imprenditore che decida di firmare un contratto con il pubblico. Non a caso il titolare del bar, raggiunto al telefono, non era stupito che lo stessimo chiamando avendo in mano il documento della giunta ma era più infastidito che la Provincia avesse messo la delibera online (cioè a disposizione di tutti) prima di avvisare il diretto interessato. E in effetti sarebbe stato più elegante e distensivo scendere al piano di sotto e farsi due chiacchiere con il titolare prima di procedere con la pur lodevole trasparenza online. Così come si può nutritre dubbi sul tempismo della Provincia che incarica un avvocato per lo sfratto dopo appena un anno di ritardo (come se la pubblica amministrazione non avesse ritardi nei pagamenti e non ci fossero imprese in ginocchio per questo…). Ma non si potrà contestare che un ente pubblico reclami i suoi crediti e un giornale lo scriva.

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