Ravenna e turismo: bene, ma c’è ancora tanto da fare

Ravenna negli ultimi tempi finisce sempre più spesso in televisione e l’impressione, confermata a volte dalle stesse parole dei conduttori (come nell’ultima puntata di “Linea Verde”, per esempio) è che la sua bellezza susciti sempre una grande sorpresa. Come un tesoro nascosto, che sarà pure piacevole da sentirsi dire, ma non il massimo per una città che si vorrebbe professare turistica. Impressione accentuata dall’inserimento di Ravenna in sempre più svariate guide di consigli di viaggio tra le mete che, per intenderci, “non avresti mai pensato di visitare”. Insomma, arrivano da più parti conferme sulla bellezza di Ravenna ma anche della sua storica avversione, o quasi, al turismo.

Tanto che passa quasi inosservato un consigliere di maggioranza che, nel corso di una commissione convocata sul tema, si stupisce pubblicamente di aver visto così tanti turisti in questi mesi in una città che, diciamo la verità, “turistica non lo è mai stata”. Non è un caso che oltre la metà dei pernottamenti registrati in provincia siano nel comune di Cervia e che l’80 percento dei pernottamenti in quello di Ravenna siano sui lidi, nonostante non ci siano o quasi veri e propri hotel. Le colpe sono varie e di natura congenita, ma di certo non si può dire che ne sia esente chi l’ha amministrata in questi ultimi vent’anni.

Di certo, però, va anche detto che questa nuova amministrazione, rispetto al passato, sul fronte del turismo sta cercando di cambiare passo. E ci mancherebbe altro, visti i proclami della campagna elettorale e all’istituzione per la prima volta di un assessorato ad hoc. I primi risultati sono incoraggianti, non solo per i numeri dei flussi turistici (spesso conseguenza di trend nazionali o internazionali) ma per alcune scelte diverse rispetto al passato, come un calendario di eventi in grado di destagionalizzare l’offerta (ma molto c’è da fare per rilanciare il fallimentare “mare d’inverno”), mettere mano al web (e, ancora, ci mancherebbe altro), favorire la realizzazione di strutture ricettive innovative (pare ormai certo possa nascere un albergo con tanto di parco archeologico nell’ex caserma) o investire per la prima volta nelle feste natalizie (che piaccia o meno il videomapping e senza entrare nel merito dei 200mila euro spesi), qui da sempre molto trascurate.

Ma se è vero che alcune polemiche sollevate dall’opposizione in questi mesi sono parse strumentali, è anche vero che ancora molto, moltissimo, ci aspettiamo da questa amministrazione in ambito turistico, in particolare per la promozione della città d’arte, con l’ausilio di manager in grado di prendere per mano il pubblico (la tanto annunciata Dmo, di cui ancora non ci sono tracce). Che magari, senza volerne mettere in dubbio le capacità, non abbiano lavorato in prima fila con il Pd in campagna elettorale…

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