Troppi candidati sindaco a Ravenna? E se il bicchiere fosse mezzo pieno?

Sui mali della proliferazione dei candidati alle prossime elezioni amministrative di Ravenna (su cui potete leggere su questo numero uno speciale di 12 pagine con le interviste a tutti gli aspiranti sindaci) si è già detto tanto. Ma ci sarà qualcosa di positivo? Si può tentare di vedere il bicchiere mezzo pieno?

Diciamo che in linea teorica queste dovrebbero essere elezioni molto sentite nelle case dei ravennati, visto che saranno in pochi a non avere almeno un cugino di primo grado candidato.
Inoltre, sono verosimilmente rappresentate tutte le istanze possibili: candidati da ogni territorio, di ogni età, di ogni estrazione sociale.

Per la prima volta (e questa non può che essere un’ottima notizia) ci sono candidati che puntano all’elettorato omosessuale in due schieramenti avversari, il che ovviamente non significa che si equivalgano ma che il tema delle discriminazioni diventa trasversale.

Ci sono candidati che mettono al primo posto l’ambiente, altri la lotta alle diseguaglianze, altri lo sport (direi ci sono candidati per tutto lo sport), altri ancori (anche se apparentemente non moltissimi) la cultura, altri i diritti civili, la salute psichica, i bambini, l’educazione, le buche per le strade.
Poi ci sono idealisti e utopisti, che si candidano per esserci, per testimoniare un’idea di mondo intero partendo dalla piccola Ravenna.

Candidati Sindaco Carte

Gli 11 candidati a sindaco di Ravenna per le elezioni comunali 2021 visti dal disegnatore Giacomo Damassa come carte in gioco in un tavolo da poker

Vediamo proposte di nuovi assessorati e nuovi tavoli su temi vecchi come il mondo, vediamo candidati che si candidano a sindaci perché sono No Vax.
Vediamo il candidato sindaco uscente dirci che vuole occuparsi di una competenza fondamentale, come il lavoro, che nemmeno sarebbe del Comune (per non parlare di chi promette di cancellare il green pass). Se serve, tanto meglio, ma non è che il Comune non abbia già così com’è un numero pressoché sterminato di questioni di cui occuparsi e di cui si è sentito parlare forse troppo poco, un po’ persi nella girandola di nomi.

Insomma. Ovunque si guardi, davvero ovunque, tutti possono trovare qualcuno che lo rappresenta almeno un poco, con cui ha qualcosa in comune. Del resto, siamo identità multiple. E così, dalla buca davanti a casa all’idea di un nuovo ordine mondiale, sembra che nessuno possa chiamarsi fuori.

Pensate che paradosso se, alla fin fine, l’affluenza elettorale non fosse all’altezza di così tanta offerta, se il numero di elettori invece di alzarsi si dovesse abbassare (cinque anni fa l’affluenza si fermò al 61 percento). In altri termini, se il bicchiere è mezzo vuoto o mezzo pieno ce lo sapranno innanzitutto dire le urne. Vedremo se loro saranno mezze piene o mezze vuote.

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