Un (primo) impegno da direttore

 

Luca ManservisiIl primo ricordo che ho di Ravenna&Dintorni è legato allo stupore provato nel trovare in un free press una recensione cinematografica di alto livello, una rubrica su un disco di nicchia, un’intervista mai banale. Da allora, ogni settimana, ho iniziato a cercarlo in giro – come spero facciate anche voi che state leggendo queste righe, una ventina d’anni dopo – facendolo diventare un appuntamento fisso del giovedì. E ancor prima di fissare, 14 anni fa, un appuntamento vero, quello con il direttore Fausto Piazza al Barnum (altri tempi), dove mi venne chiesto di collaborare con R&D, in un periodo in cui stavo ancora lavorando al Corriere Romagna, grazie a quelli che oggi – mi perdonerete la citazione – ne sono diventati meritoriamente presidente (Luca Pavarotti) e direttore (Gianluca Rossi).

Ora, quasi 15 anni dopo, mi ritrovo a dirigere un giornale in cui sono “entrato” da lettore e che con orgoglio credo di aver contribuito a far crescere insieme a una vera colonna portante di questa testata come Federica Angelini, e a un altro collega di lungo corso, Andrea Alberizia, in una redazione che negli anni ha lanciato e può tuttora contare su numerosi collaboratori, sempre sotto la guida di Fausto e dell’amministratrice unica di Reclam, Claudia Cuppi, senza la cui squadra commerciale tutto questo non esisterebbe. Perché è bene ricordarlo – una volta c’era anche un logo in prima pagina a farlo – che il nostro settimanale continua a uscire ogni giovedì senza contributi pubblici e solo grazie al supporto degli inserzionisti. Un free press, appunto, che non ha molti altri termini di paragone in Italia – da quanto ci dicono anche più illustri colleghi ogni volta che ne parliamo -, con un’informazione ben curata e altrettanto distinta da quella promozionale; un giornale che avrebbe potuto essere solo di annunci, probabilmente, ma che ha voluto con coraggio essere invece qualcosa di diverso. Fino a diventare anche digitale – basta cliccare su Ravennaedintorni.it – con la sfida che oggi è quella di riuscire a integrare sempre meglio i due prodotti, come ne scriviamo anche nel primo piano dell’ultimo numero (si può sfogliare qui) che ho voluto dedicare appositamente al mondo del giornalismo. Forse anche per cercare in prima persona di riflettere su quello che oggi dovrebbe essere, il giornalismo. Nel nostro piccolo, a Ravenna e dintorni, credo non sia solo quello di informare le persone sui fatti della settimana e sugli eventi dei giorni successivi, ma anche quello di stimolare una riflessione, facendo quello che non possono fare i quotidiani giorno dopo giorno: guardare le cose con una giusta distanza, selezionare, analizzare, stimolare un dibattito anche con opinioni diverse, senza rinunciare alla satira che ha caratterizzato Ravenna&Dintorni in questi anni. Facendo anche arrabbiare: sindaco, assessori, opposizione, destra, sinistra, centro, con le accuse di essere troppo comunisti, troppo grillini, troppo ambientalisti (troppo fascisti no, d’accordo, quello mai per fortuna). Ecco, l’impegno che mi sento di prendere è proprio quello di continuare a fare arrabbiare qualcuno. Che – come diceva quello – significa che stai facendo bene il tuo lavoro da giornalista.

Ravvena&Dintorni: l'editoriale
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