Il presidente Fabbri, il direttore sportivo Buffone, l’allenatore Rossi e il preparatore dei portieri Santoni rischiano il rinvio a giudizio
Il reato ipotizzato, nella maggior parte dei casi, è la frode sportiva nell’ambito della giustizia ordinaria. Molti degli indagati hanno già attraversato le strettoie della giustizia sportiva. L’inchiesta è durata quattro anni, condotta dal procuratore capo Roberto Di Martino, e tra i 130 vede nomi di spicco del pallone italiano a partire dall’attuale commissario tecnico della Nazionale Antonio Conte (per fatti che risalgono a quando allenava il Siena) e calciatore ed ex calciatori di serie A.
L’avviso di conclusione indagini è l’atto che, solitamente, precede la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pubblico ministero. Gli indagati ora hanno venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogati o presentare una memoria.