Il nome di Eleonora tra i 7mila italiani nell’elenco trafugato nel 2008 avviando una inchiesta internazionale su presunte evasioni fiscali
Alla figlia di Raul Gardini, sempre secondo i file di Falciani, è associato un deposito di 722mila dollari. In totale il deposito riferibile agli italiani arriva a 7,4 miliardi di dollari: tra loro ci sono politici, uomini in divisa, personaggi dello spettacolo, grandi capitani di impresa. Contattata dai giornalisti de L’Espresso, Eleonora Gardini ha respinto le richieste di chiarimenti. È bene sottolineare che la presenza in questa lista non è necessariamente sinonimo di evasione fiscale ma si tratta di «qualcuno che cerca il segreto per nascondere qualcosa», ha commentato Falciani ai microfoni di Radio24.
«La guardia di finanza – si legge dal sito di Rai News – ha controllato fino ad oggi 3.276 nomi della lista e ha potuto contestare 741 milioni di redditi non dichiarati. Perché? Mancano i soldi entrati in Italia regolarmente con lo scudo fiscale Tremonti: quasi la metà degli oltre 3 mila nomi controllati ha sanato l’evasione pagando il 5 percento, la quota fissa del maxi condono. E cioè 83 milioni in totale. Facendo perdere allo Stato, stimano gli esperti consultati dal settimanale, tra i 700 e gli 800 milioni di euro di tasse».
L’archivio Falciani fotografa la situazione al 2007. Se ne parlò in primo momento nel 2010. Sono trascorsi altri cinque anni durante i quali Fiamme Gialle e diverse procure italiane hanno indagato in lungo e in largo ritrovandosi con poco in mano a causa di condoni, prescrizioni e divieti di commissioni tributarie.
In un editoriale è stato lo stesso settimanale diretto da Luigi Vicinanza a fare chiarezza sulla scelta deontologica in questa inchiesta: «La lista contiene 7.499 nomi di cittadini italiani, che hanno posizioni molto diverse tra loro. C’è chi lavora onestamente in Svizzera, chi ha dichiarato tutto al fisco italiano, chi vive all’estero e paga le tasse in altri Paesi. C’è chi figura come rappresentante di società o fondazioni con bilanci regolari e trasparenti. C’è l’erede che ha scoperto l’esistenza del conto solo dopo la morte del padre che l’aveva aperto. E poi ci sono gli evasori, quelli che hanno nascosto soldi in Svizzera senza dire niente al fisco italiano. E in quest’ultima categoria, c’è chi nel frattempo si è messo in regola con la legge e chi invece non l’ha mai fatto e continua ad evadere. Dunque, un lavoro di inchiesta e approfondimento giornalistico è non solo utile, ma indispensabile per chiarire il significato stesso dei dati contenuti in una lista del genere. Sia nei confronti di comportamenti illeciti, sia riguardo a chi ha potuto spiegare la regolarità dei propri conti. L’Espresso ha deciso di contattare tutti gli interessati, per offrire a ciascuno la possibilità di fornire spiegazioni, e di pubblicare soltanto i nomi di persone che hanno avuto la possibilità di chiarire la propria posizione».