Lista Falciani: c’è la figlia di Raul Gardini Aveva 722mila dollari alla banca Hsbc

Il nome di Eleonora tra i 7mila italiani nell’elenco trafugato nel 2008 avviando una inchiesta internazionale su presunte evasioni fiscali

C’è il nome di Eleonora Gardini, primogenita di Raul e Idina Ferruzzi, tra i 7.499 italiani che compaiono nella cosiddetta lista Falciani: si tratta dell’archivio informatico contenente le posizioni di oltre 100mila clienti (provenienti da duecento Paesi) della filiale di Ginevra della banca inglese Hsbc, trafugato nel 2008 dal tecnico informatico italo-francese Hervé Falciani (al tempo dipendente dell’istituto di credito) e girato al fisco e ai servizi segreti avviando una maxi inchiesta internazionale per presunte evasioni fiscali. Il settimanale L’Espresso, che fa parte del network mondiale International Consortium of investigative journalists autore dello scoop, pubblica sull’edizione di oggi 13 febbraio alcuni nomi, tra cui quello della figlia del Contadino, dopo averne già pubblicati altri sul proprio sito nei giorni scorsi.

Alla figlia di Raul Gardini, sempre secondo i file di Falciani, è associato un deposito di 722mila dollari. In totale il deposito riferibile agli italiani arriva a 7,4 miliardi di dollari: tra loro ci sono politici, uomini in divisa, personaggi dello spettacolo, grandi capitani di impresa. Contattata dai giornalisti de L’Espresso, Eleonora Gardini ha respinto le richieste di chiarimenti. È bene sottolineare che la presenza in questa lista non è necessariamente sinonimo di evasione fiscale ma si tratta di «qualcuno che cerca il segreto per nascondere qualcosa», ha commentato Falciani ai microfoni di Radio24.

«La guardia di finanza – si legge dal sito di Rai News – ha controllato fino ad oggi 3.276 nomi della lista e ha potuto contestare 741 milioni di redditi non dichiarati. Perché? Mancano i soldi entrati in Italia regolarmente con lo scudo fiscale Tremonti: quasi la metà degli oltre 3 mila nomi controllati ha sanato l’evasione pagando il 5 percento, la quota fissa del maxi condono. E cioè 83 milioni in totale. Facendo perdere allo Stato, stimano gli esperti consultati dal settimanale, tra i 700 e gli 800 milioni di euro di tasse».

L’archivio Falciani fotografa la situazione al 2007. Se ne parlò in primo momento nel 2010. Sono trascorsi altri cinque anni durante i quali Fiamme Gialle e diverse procure italiane hanno indagato in lungo e in largo ritrovandosi con poco in mano a causa di condoni, prescrizioni e divieti di commissioni tributarie.

In un editoriale è stato lo stesso settimanale diretto da Luigi Vicinanza a fare chiarezza sulla scelta deontologica in questa inchiesta: «La lista contiene 7.499 nomi di cittadini italiani, che hanno posizioni molto diverse tra loro. C’è chi lavora onestamente in Svizzera, chi ha dichiarato tutto al fisco italiano, chi vive all’estero e paga le tasse in altri Paesi. C’è chi figura come rappresentante di società o fondazioni con bilanci regolari e trasparenti. C’è l’erede che ha scoperto l’esistenza del conto solo dopo la morte del padre che l’aveva aperto. E poi ci sono gli evasori, quelli che hanno nascosto soldi in Svizzera senza dire niente al fisco italiano. E in quest’ultima categoria, c’è chi nel frattempo si è messo in regola con la legge e chi invece non l’ha mai fatto e continua ad evadere. Dunque, un lavoro di inchiesta e approfondimento giornalistico è non solo utile, ma indispensabile per chiarire il significato stesso dei dati contenuti in una lista del genere. Sia nei confronti di comportamenti illeciti, sia riguardo a chi ha potuto spiegare la regolarità dei propri conti. L’Espresso ha deciso di contattare tutti gli interessati, per offrire a ciascuno la possibilità di fornire spiegazioni, e di pubblicare soltanto i nomi di persone che hanno avuto la possibilità di chiarire la propria posizione».

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