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    Categoria: società

Tra bus muti e maleducazione infinita Ecco la Ravenna vissuta da un cieco

Il 68enne Guido Gnani, consigliere Uci, racconta le difficoltà «Sui mezzi pubblici sarebbe utile l’audio. L’avevano promesso…»

Dice che il sesto senso dei ciechi è solo una leggenda metropolitana: «È tutta questione di abilità acquisite che costringono ad affinare la memoria». Piuttosto che fantasticare su presunti poteri, farebbe comodo l’annuncio audio sugli autobus e in strada alle fermate, «si eviterebbe di chiedere che linea è ad ogni autista che si ferma vedendo il bastone bianco». Guido Gnani ha 68 anni, non vedente e consigliere provinciale a Ravenna per l’Uci, unione ciechi italiani. Ci racconta com’è questa città vissuta senza potersi appoggiare alla vista, muovendosi tra barriere architettoniche e maleducazione.

«L’installazione della voce che informa sui mezzi pubblici sarebbe davvero un passo avanti. Ci è stata promessa molte volte, anche dal sindaco in persona e da Start Romagna, ma ancora niente. Esiste in forma sperimentale su una sola linea extraurbana. C’è già il tabellone luminoso che mostra gli orari, basterebbe implementare con l’audio. Forse 30-40 persone che si muovono sui mezzi non bastano…». Ma non ci si muove solo sui mezzi. La città la si percorre anche a piedi. E le insidie non mancano: «Certi marciapiedi hanno dei pali proprio nel mezzo. Dopo un po’ che passi in quel punto te lo ricordi ma le prime volte non è mica così facile evitarli».

Non mancano nemmeno i gesti di ordinaria inciviltà: bici appoggiate ai muri, auto sui marciapiedi, motorini sui passaggi pedonali. Il repertorio è vasto ma Gnani sa che qui il rimedio è una missione impossibile: «Per quante contravvenzioni si fanno ci sarà sempre qualcun altro pronto a infrangere la regola. Bisognerebbe lavorare sul senso di civiltà delle persone ma è difficile contro la maleducazione». Poi ci sono anche le iniziative fatte con il giusto spirito ma presto abbandonate: «A Marina di Ravenna c’è un percorso con targhette scritte in braille con informazioni sulla zona ma è tutto sommerso dalle erbacce».

C’è anche qualche nota positiva. Ormai quasi tutti i semafori hanno il pulsante per l’attivazione acustica e gli ultimi lavori di ristrutturazione della stazione hanno installato percorsi appositi, «un bel lavoro con scanalature riconoscibili a terra con i piedi e il bastone e dal viale permettono di attraverare la strada, raggiungere il sottopasso, i taxi e la biglietteria».

Accanto alle mosse del pubblico ci sono le iniziative dell’Uci (350 iscritti in provincia): corsi informatici per imparare a utilizzare i programmi in grado di fare azioni basilari come aprire un file o leggere una email; assistenza per pensioni, avviamento al lavoro, indennità; corsi di orientamento e mobilità. E poi tutto il lavoro sui familiari e gli amici: «Purtroppo molte volte sono quelli che non vogliono accettare la disabilità del loro caro. Certi genitori che insistono a negare che il figlio purtroppo sta perdendo la vista. Agiscono per senso di protezione ma così fanno più danni che altro». E infine l’ultimo ostacolo: il bastone bianco. «In principio mette imbarazzo e molti non vogliono usarlo. Tra questi c’ero anche io tempo fa. Andavo in giro senza e mi prendevo del “rincoglionito” quando sbattevo contro qualcuno. È servito anche a capire che il bastone è un aiuto».