«Chiede di essere sbattezzata e il parroco la umilia e denigra»

La denuncia dell’Uaar per la risposta di un prete che si rivolge alla richiedente dalle pagine del giornalino parrocchiale

Una ragazza chiede di essere cancellata dal registro dei battesimi e la risposta del parroco è la pubblicazione della lettera sul giornalino parrocchiale, oscurando i riferimenti che possano rendere riconoscibile la richiedente, dimostrando la volontà di volerla umiliare e denigrare pubblicamente. La denuncia arriva dalla Uaar (unione atei agnostici razionalisti) e punta il dito contro il parroco di San Bernardino, nel Lughese.

«La richiesta di apostasia, normalmente definito “sbattezzo”, prevede che il richiedente possa vedere annotata sul registro dei battesimi della parrocchia, la dicitura che non intende più fare parte della comunità cristiano cattolica – spiega Claudio Pagnani, referente Uaar a Ravenna –. Richiesta legittima e prevista anche dall’Autorità Garante per la Privacy che con un suo pronunciamento del 13/9/1999 accolse il ricorso di un cittadino con l’appoggio della Uaar. Tale pronunciamento costrinse anche la Cei (Conferenza Episcopale Italiana) in data 20/10/1999 ad emettere un Decreto Generale sull’argomento. Infine una sentenza del Tribunale di Padova del 29/5/2000 ,confermò il ricorso stesso e la stessa Cei nel novembre del 2002 riunita in assemblea plenaria, ha dovuto confermare la legittimità delle richieste della Uaar».

Il parroco invece di ottemperare alla richiesta della ragazza, ha pubblicato sul giornalino della parrocchia una sua risposta «in cui dimostra tutta la sua arroganza e supponenza». Chiama la ragazza Giusy, nome di fantasia, e a lei si rivolge dalle pagine della rivista invitandola a non perdere tempo con i suoi amici atei e di dedicarlo alla caritas, che viceversa aiuta i poveri. Infine le propone la disponibilità di un altro sacerdote, il quale attraverso le preghiere ed eventualmente esorcismi, vorrebbe aiutarla a capire quale sia il dono che ha ricevuto da Dio con il battesimo. «Tralascio ogni commento circa la risposta a Giusy e segnalo che la lettera si vede benissimo trattasi di raccomandata A/R, quindi non risulta vero che avendo omesso di inserire copia del suo documento il parroco non era in grado di trovare un suo recapito e pertanto obbligato a rispondere pubblicamente».

La Uaar invita il sacerdote ad ottemperare alla richiesta come previsto dall’art. 145 del Dlgs 196/2003 onde evitare eventuali diffide all’Autorità Garante per la Privacy e invita Giusy a contattare la Uaar via email a ravenna@uaar.it «nel caso lo ritenesse necessario, per sostenere e tutelare i suoi diritti».

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