Marinara, la cura Malaisi fa bene In due anni dimezzati i costi di gestione

Il manager di Cattolica: «Nessun miracolo, c’erano sprechi» Il 40 percento dei 1.100 posti barca non è ancora occupato

Il tasso di occupazione dei quasi 1.100 posti barca non va ancora oltre il 60 percento ma nel frattempo i costi di gestione annuali sono scesi da 1,2 milioni a 500mila euro. «E senza fare alcun miracolo», minimizza Gianfranco Malaisi che dal 2013 allo scorso giugno è stato presidente della società Seaser che controlla Marinara e ora è consulente esterno. Il segreto è stato il cambio della società cui è affidata la gestione: «Ora la gestione è di Copura, per noi è un costo fisso annuale e il personale per uffici e attività portuali è loro».

Il bilancio dell’estate 2015 è in linea con lo stesso periodo dell’anno precedente, continuamente alle prese con la crisi del settore: «Per ripartire deve cambiare la tassazione sui porti. Su questo c’è un’azione della Regione che si è fatta capo di una serie di iniziative per sensibilizzare la pubblica amministrazione. La mazzata è arrivata con il Governo Monti e anche se poi alcune cose sono state corrette ormai era passato il messaggio». Il riferimento è alle tasse di stazionamento e al peso delle imbarcazioni nel redditometro. Ma anche alla mai risolta questione Imu-Ici: il posto barca va accatastato e la tassa pagata? «Il posto non va accatastato e non deve essere accatastato. A Marinara li abbiamo accastati per evitare problemi ma stiamo facendo ricorso. Ogni anno tra parte a mare e parte a terra la totalità dei proprietari versa quasi 400mila euro».

Poi anche con Malaisi torna il tema dei controlli delle forze dell’ordine: «La barca diventa una scusa per venire a vedere tutti i tuoi affari e anche la persona più regolare del mondo ha qualche piccola pecca. Nel dubbio rinuncia alla barca come rinuncia alla macchina grossa».

La vera difficoltà del porto turistico a Marina di Ravenna è rendersi attraente. Il residenziale non se la passa male con il 90 percento di venduto ma è il commerciale che arranca e che sarebbe invece fondamentale per la movida: «Le percentuali di assegnazione sono molto minori. A Marinara accade quello che si vede in altre località dove il porto non è nato nel paesello. Non viene coinvolto, non è partecipato. Continua a mancare la spinta del Comune».

L’obiettivo di Marinara deve essere però ambizioso: «Dobbiamo essere una cittadella sportiva, dobbiamo diventare una punto di riferimento per lo sport tutto l’anno, deve essere un centro di manifestazioni sportive continue. E attorno allo sport poi si crea anche un movimento più modaiolo di passeggio e di contorno».

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